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Lo scontro degli stati-civiltà

Fazi Editore

Traduzione di Fazi T.
Roma, 2020; br., pp. 300, cm 14x20,5.
(Le Terre).

collana: Le Terre

ISBN: 88-9325-799-8 - EAN13: 9788893257992

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.65 kg


La seconda metà del XX secolo e il primo decennio del XXI secolo sono stati caratterizzati dall'affermazione dello Stato-nazione come forma di organizzazione politica per eccellenza e, a partire dalla caduta dell'Urss, dall'egemonia incontestata dell'Occidente sul mondo intero. Secondo la tesi resa celebre da Francis Fukuyama e da altri pensatori liberali, la fine della guerra fredda e il definitivo trionfo della democrazia liberale avevano aperto una fase finale di conclusione della storia in quanto tale - «il punto finale dell'evoluzione ideologica dell'umanità» e la forma finale di governo umano - e creato le condizioni per la costruzione di «un nuovo secolo americano» o quantomeno occidentale. Oggi, a trent'anni di distanza, quella tesi appare straordinariamente ingenua. Non solo l'ordine mondiale liberale è minacciato dall'ascesa di nuove superpotenze regionali o globali (o aspiranti tali) - come la Cina, la Russia e l'India, che rigettano più o meno esplicitamente l'universalismo occidentale, sia in campo economico-politico che in campo culturale e morale -, ma i valori liberali sono in crisi anche nello stesso Occidente, come testimonia la crescita di fenomeni populisti e neo-autoritari tanto in Europa quanto nell'America di Trump. La vera particolarità della nostra epoca, però, secondo il filosofo politico Christopher Coker, è anche quella che ha ricevuto meno attenzioni: l'ascesa di una nuova entità politica intenzionata a sfidare il primato dello Stato-nazione e destinata a cambiare profondamente il mondo per come l'abbiamo conosciuto finora. Stiamo parlando dello "Stato-civiltà": paesi, cioè, che non si caratterizzano solo per una certa omogeneità culturale o etnica, ma che si considerano delle vere e proprie civiltà a sé stanti, profondamente diverse dalla civiltà occidentale, che viene vista come una minaccia se non come un nemico vero e proprio. Coker si concentra in particolare sui due paesi che più di chiunque altro rivendicano questo titolo: la Cina di Xi Jinping e la Russia di Vladimir Putin. Due realtà che ormai non possiamo più ignorare: perché se è vero che Samuel Huntington aveva torto a sostenere che le civiltà sono necessariamente destinate a scontrarsi, è altrettanto vero che gli Stati-civiltà hanno alte probabilità di farlo.

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