Il mimo teatrale greco-romano. Lo spettacolo ritrovato
Università degli Studi di Roma La Sapienza
Roma, 2012; br., pp. 306, cm 16x23.
(Studi e Proposte. 14).
collana: Studi e Proposte
ISBN: 88-95814-64-9
- EAN13: 9788895814643
Soggetto: Teatro
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo
Testo in:
Peso: 0.25 kg
Suida scrive che Filistione, il mimografo, compose "commedie biologiche". Che cos'erano? Plutarco parla di spettacoli brevi, comici e scurrili, adatti anche ad un triclinio, e di rappresentazioni complesse che chiama hypothesis: a quali referenti pensava, con quali tratti distintivi e quali rapporti con i canoni letterari? Perché il procedimento narratologico della "morte apparente" è definito mors mimica? Perché lo ritroviamo nella novellistica e nel romanzo antichi? Esistevano relazioni fra "teatro mimico"e narrativa? Rientravano entrambi nella categoria della "letteratura di consumo"? Per quanti secoli e in quali città e regioni dell'Impero la "commedia biologica" ha tenuto la scena? Ha lasciato tracce nel teatro e nella letteratura successiva? Il finale di Giulietta e Romeo echeggia la mors mimica? Ed ancora: chi erano gli autori dei copioni, come avveniva la messa in scena, come era composta una compagnia, chi erano gli archimimi e gli attori secundarum, tertiarum, quartarum? Quale ruolo vi ricoprivano le attrici? Perché quasi sempre recitavano senza maschera? Qual era poi la loro collocazione sociale e giuridica? Quale era il segreto del successo ininterrotto della "commedia biologica" - Giovanni Lido nel VI secolo la testimonia unica sopravvissuta al naufragio del teatro antico - e perché, ciò nonostante, la tradizione è stata così avara di notizie da suscitare il dubbio che non sia mai esistita? A tutte queste domande e a molte altre il saggio tenta di fornire risposte.