L'architettura di Antonio Federighi
Betti s.r.l. Fotografia-Comunicazione-Editoria
Testo Italiano e Inglese.
Siena, 2009; br., 90 tavv. b/n, 24 tavv. col., cm 21,5x31.
ISBN: 88-7576-146-9
- EAN13: 9788875761462
Soggetto: Architetti e Studi,Saggi (Arte o Architettura),Urbanistica e Viabilità
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Toscana
Testo in:
Peso: 1.44 kg
Gli studi, anche recenti, che hanno interessato Antonio Federighi si sono concentrati principalmente sulla sua attività di scultore lasciando un po' in disparte la sua opera architettonica. Proprio in questo contesto si inserisce il libro di Mariella Cirfi Walton dedicato al Federighi architetto improntato ad un sano empirismo che la guida ad un esame attento del linguaggio e dello stile dell'artista senese. L'accurata analisi delle opere, portata avanti dalla studiosa canadese, mette in risalto il vocabolario semplice e lineare, apparentemente privo dell'ambizione di giungere a grandi risultati esegetici. In realtà proprio questo lavoro delle opere sicure di Antonio permette alla Cirfi Walton di accostargliene altre che verosimilmente possono essere attribuite all'artista perché, a suo parere, condividono il medesimo repertorio ornamentale e un simile vocabolario antiquario. Così, con queste coerenti proposte, il profilo di Federighi architetto definito dalla studiosa risulta più ampio, sfaccettato e problematico, capace di riportare alla discussione degli studi opere importanti come la Cappella e il Palazzo dei Diavoli, la chiesa di Santa Maria delle Nevi, il Palazzo Bandini Piccolomini che pure in tempi recenti hanno già suscitato l'interesse di altri autorevoli studiosi approdati, almeno in alcuni casi, a risultati non dissimili da quelli della Cirfi Walton. Il testo scorrevole di questo libro e il ricco supporto fotografico faciliteranno, anche presso il pubblico dei non specialisti, la conoscenza di un episodio poco noto del Rinascimento in Toscana e faranno comprendere la qualità di un artista i cui meriti straordinari sono stati per lo più gravemente sottovalutati.