La terra senza il male. Il profetismo Tupi-Guaranì
Mimesis Edizioni
A cura di Boccolari F.
Sesto San Giovanni, 2016; br., pp. 154, cm 24x12.
(Antropologia Oggi. 7).
collana: Antropologia Oggi
ISBN: 88-575-3475-8
- EAN13: 9788857534756
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Qual è il male da cui l'Altra Terra è appunto esente? La Terra senza il Male è innanzitutto un luogo d'abbondanza: il mais vi cresce da sé; le frecce se ne vanno a caccia da sole. Niente più lavoro, dunque. Nemmeno più regole matrimoniali; né prescrizione, né proscrizione: "Date le vostre figlie a chi vi pare!", dicevano i Karai, i Profeti. Ciò significa che l'origine del Male (lavoro, legge) altro non è che la società stessa. La Terra senza il Male è il contrordine, la pienezza nella sovversione. È inoltre e infine il luogo dell'immortalità, mentre quaggiù gli uomini nascono e muoiono. Tutto avviene come se tale fosse la corrispondenza tra l'ordine sociale delle regole (il quale implica lavoro e scambio, sforzo ed obbligo) e l'ordine naturale della generazione (il quale implica nascita e morte) che basterebbe abolire quello per liberarsi di questo. Una religione, dunque, che distrugge lo stato di società: nelle tribù tupi-guaraní precolombiane, essa si generò sotto l'azione e attraverso il Verbo dei Profeti, che annunciavano la possibilità di raggiungere, al termine di esodi che furono ben reali, la Terra senza il Male, luogo d'abbondanza, anti-società, luogo dell'immortalità.