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Negoziare il territorio. La gestione della complessità

Alinea Editrice

Firenze, 2005; br., pp. 224, cm 19,5x27.
(Progetto Tecnologia Ambiente. Procedimenti e Strumentazioni Tecniche. 5).

collana: Progetto Tecnologia Ambiente. Procedimenti e Strumentazioni Tecniche

ISBN: 88-8125-945-1 - EAN13: 9788881259458

Soggetto: Urbanistica e Viabilità

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.82 kg


Nelle democrazie avanzate molte strutture ed infrastrutture pubbliche sono finanziate con formule del tipo PPP (Partenariato Pubblico Privato). Questo fatto ha creato nuove relazioni di tipo simmetrico fra le pubbliche amministrazioni e le imprese private che possono essere gestite con gli strumenti della negoziazione. Il nuovo ruolo strategico dei privati nello sviluppo urbano e territoriale ha poi indotto diversi pregiudizi nei portatori di interessi diffusi (stakeholder) ed il bisogno di un loro coinvolgimento in ogni processo di trasformazione. Come aveva affermato Elazar circa il riflesso delle politiche territoriali nelle politiche di governo generale, gestire questa nuova complessità urbanistica significa gestire il rapporto fra cittadini e pubbliche amministrazioni. Il coinvolgimento degli stakeholder, quindi, ha diverse sfumature che vanno da una semplice informazione fino alla partecipazione ed al sensitive design e questo nuovo rapporto si deve costruire su valori condivisi di tipo locale e non più solamente su indicazioni di tipo generale. Solo una analisi qualitativa del contesto, associata ad uno studio territoriale delle specifiche opportunità sociali, economiche ed ambientali (un avanzato piano di marketing territoriale) può individuare le linee guida per la progettazione di uno sviluppo sostenibile che sia condiviso in un processo bottom-up. L'Unione Europea ha definito con il termine barriere sociali gli ostacoli che si incontrano in questo processo di trasformazione.
Nel testo è dato risalto ad un particolare caso di successo di trasformazione negoziata in alcune zone periferiche di Roma, che ha seguito questo criterio di condivisione e progettazione partecipata. Molti cittadini hanno prima definito i criteri di spesa degli oneri del condono e successivamente hanno direttamente progettato i propri dei piani di sviluppo (toponimi). Per questa caratteristica di autodeterminazione questo processo è stato definito con il termine Autourbanistica.

Claudia Bettiol è un socio-ingegnere ed è docente dei corsi di Negoziazione Urbanistica e di Fonti Rinnovabili di Energia presso la facoltà di Ingegneria dell'Università Tor Vergata di Roma. Lavora nel settore della comunicazione e della gestione dei processi di partecipazione in campo ambientale. E' consulente di diverse pubbliche amministrazioni e scrive su riviste di energia ed ambiente. In Italia ha recentemente pubblicato Una strategia per le relazioni (Armando Editore) con Cinthia Campi. Ha collaborato con la North Texas University nell'XI volume sul Capitale Collaborativo.
Giacomo Della Porta: il S. Paolo alle Tre Fontane, Bonsignori Ed., Roma 1996; L. MAGGI, Giovan Battista Contini e il palazzo Mancini al Corso in Roma, in "Palladio" n.° 23, gennaio-giugno 1999; L. MAGGI, L'architetto gesuita Benedetto Molli e il palazzo Pamphili in Valmontone, in "Palladio" n.° 24, giugno-dicembre 1999.

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