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Calanchi

Corso Bacchilega

Imola, 2024; br., pp. 88, ill. b/n, cm 30x30.

ISBN: 88-6942-187-2 - EAN13: 9788869421877

Soggetto: Collezioni,Cultura del Viaggio,Fotografia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.6 kg


«Passeggiando per le creste dei calanchi e volgendo lo sguardo a nord, verso la destra si scorge l'asse della via Emilia; la linea stradale strategica realizzata dai Romani, lungo la quale, per due millenni, si è sviluppata la genialità, la cultura e la laboriosità di quegli uomini che abitavano questi luoghi e che nei secoli hanno fondato lo sviluppo industriale tra i più importanti d'Italia, disegnando quella che oggi chiamiamo "la terra dei motori" e assemblando le più importanti automobili e motociclette al mondo. Ma non solo: è la terra della grande cultura culinaria, quella che genera oggi i prodotti alimentari tra i più apprezzati, come ad esempio il re dei formaggi: il Parmigiano. In questa trama di creatività, si distende la Silicon Valley bolognese delle macchine per il confezionamento del packaging e dove il talento inventivo e tecnologico ha dato il meglio di sé, come pure la terra della ceramica, generatrice di un grande sviluppo artistico, reso possibile - quest'ultimo - dalla "materia prima" estratta dalle Terre Azzurre e plasmata come espressione artistica di tanti ceramisti, in particolar modo a Faenza e a Imola. "Uomo calanco" (la creatura che impersona la capacità di resistere e che diventa custode dell'arte di arrangiarsi, tra estro e operosità) e "Uomo pianura" rappresentano una forma di antitesi, ma al tempo stesso un incontro di acume e d'ingegno, cristallizzato lungo quella antica via romana, linea cruciale e nevralgica di sviluppo e di ricchezza di una terra dolce e riarsa, in cui l'uomo resta guardiano ed erede della genialità degli avi. La via Emilia, il lungo confine tra la pianura Padana e la montagna appenninica che custodisce i magnifici calanchi - chiamati anche Terre azzurre o Terra di mezzo - è stata ed è tuttora la linea del mio peregrinare, generatrice di quelle miriadi di sensazioni che la mia fedele compagna di viaggio ha trasformato in oggetti d'arte: la macchina fotografica, sempre al servizio delle mie emozioni pensose, suscitate dalla tenace ricerca di quella bellezza che affiora dalla materia e dalla forma di quei luoghi brulli. Aperto alla contaminazione del vocabolario pittorico - composizione, luce, geometria - ho potuto scattare tante fotografie dei calanchi, attento a come l'uomo ha trasformato questo paesaggio, in parte coltivandolo e combattendo con gli elementi della natura». (Claudio Betti)

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