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Omaggio a Nuvolari. Il mito della velocità. L'arte del movimento. Dal futurismo alla video-arte

Casa del Mantegna

Mantova, Casa del Mantegna, 11 maggio - 28 settembre 2003.
Mantova, 2003; br., pp. 390, ill. b/n e col., cm 23x28.

ISBN: 88-7943-035-1 - EAN13: 9788879430357

Soggetto: Arte dei Metalli (Bronzo, Ferro, Peltro..),Arte Vetraria,Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Extra: Futurismo,New Media

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 2.01 kg


Nei primi decenni del Novecento, l'arte del movimento trova massima espressione artistica nel Futurismo e personificazione nella vita sportiva di Tazio Nuvolari.
In occasione dei cinquant'anni della scomparsa dell'illustre mantovano, la Casa del Mantegna ospita un evento di risonanza internazionale.



Quando lo sport varca i limiti della leggenda; quando il rischio diviene una passione e la sfida un pretesto per una vittoria impossibile, lì comincia la storia di Nuvolari. Il mito di un uomo che ha lasciato, negli anni della guerra e in quelli della ricostruzione, l'Italia a bocca aperta. Un'Italia al traguardo, attonita di fronte alle gesta di un vero e proprio eroe al volante, capace di ipnotizzare le folle con le incredibili destrezze frutto di una grande tecnica e di un azzardo istintivo. Un mix di ingredienti esplosivi che portarono il "campionissimo" verso i successi straordinari di una carriera durata trent'anni. Di un'avventura da romanzo, tutta da rileggere oggi grazie a una fitta serie di appuntamenti che Mantova ha voluto dedicare, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte, al suo "maestro" delle quattro ruote.

Ecco allora che, accanto a celebrazioni, rassegne fotografiche, concerti e appuntamenti al Museo Nuvolari, fresco di restauri, la Casa del Mantegna propone una mostra ispirata all'unica vera passione di Tazio: la velocità. Emblema di un'epoca al bivio, di un inedito concetto di modernità, Nuvolari rappresentò, infatti, anche per gli artisti del Novecento il pretesto per un'indagine sulla forma e sul movimento inaugurata dai futuristi e portata avanti da quanti, col tempo, subirono il fascino del rapporto fra forza fisica e idolo meccanico.

Macchina umana e macchina tecnologica, dunque. Un doppio filone d'indagine che attraversa il mondo della figurazione in quasi cent'anni di ricerche compositive. Dalle "parole in libertà" di Marinetti al Treno in corsa di Boccioni, dai dinamismi di Russolo al Motociclista di Depero. Ruote che girano velocissime, gambe di cavalli in corsa, motori rombanti, aerei in picchiata e locomotive fumanti rappresentano il punto di partenza per un'analisi del reale che mira a riprodurre la frenesia, l'eccitazione, persino il caos di una vita all'insegna del progresso. Uomini, luci, vapori, rumori: tutto contribuisce, nello scompiglio d'immagini vorticose, a creare un effetto shock nello sguardo dello spettatore. "Voglio comunicare quelle emozioni visive di quei fatti cosmici, siderei, scientifici o meccanici, che mi sembra abbiano ad essere il fulcro essenziale del nostro tempo", diceva Gianni Bertini, reso celebre dai suoi crash automobilistici in stile pop. Accanto a lui, siamo negli anni Sessanta, c'è Bruno Munari, con le sue sperimentazioni grafiche sul moto delle auto da corsa, c'è l'ironia di Spoldi e la verve di Miccini e Lodola.

Episodi differenti di una necessità diffusa. Quella di imbrigliare il movimento, di catturarne la forza, di immortalarne la sensazione, di riprodurne l'effetto. Una sfida all'ineffabile che accomuna artisti d'ogni estrazione e d'ogni periodo, tesi verso la soluzione di un rebus estetico senza precedenti: rendere "vitale" l'arte. Secondo Boccioni, infatti, "È vitale soltanto l'arte che trova i propri elementi nell'ambiente che la circonda. Come i nostri antenati trassero materia d'arte dall'atmosfera religiosa che incombeva sulle anime loro, così noi dobbiamo ispirarci ai tangibili miracoli della vita contemporanea, alla ferrea rete di velocità che avvolge la terra, ai transatlantici, alle Dreadnought, ai voli meravigliosi che solcano i cieli, alle audacie tenebrose dei navigatori subacquei, alla lotta spasmodica per la conquista dell'ignoto".

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