Alfabeti. Saggi di letteratura
Milano, 2008; ril., pp. 490, cm 15,5x23.
(Nuova biblioteca Garzanti. 69).
collana: Nuova biblioteca Garzanti
ISBN: 88-11-74082-7
- EAN13: 9788811740827
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Peso: 0.585 kg
Alfabeti è un viaggio tra i libri e nella letteratura - o meglio, uno dei mille possibili viaggi alla scoperta dei libri, dei loro autori e di noi stessi. Il percorso inizia dalle letture d'infanzia e d'adolescenza, da quei libri fondanti che contagiano il piacere della lettura, dando il sapore del racconto e dell'avventura, aprendo alla scoperta del mondo. In Alfabeti ci sono i libri che ci hanno formato, che ci hanno ferito e insieme hanno saputo curare la ferita. I libri che permettono di conoscere e ordinare il mondo e quelli che ne svelano il caos travolgente e distruttore, l'incanto e insieme l'orrore. I libri che fanno balenare la salvezza e quelli che si affacciano sul nulla. Soprattutto quelli che allargano i confini della letteratura e rimandano aldilà di essa. Al cuore di questo volume è la crisi che dal Novecento getta le sue ombre e le sue illuminazioni fino a noi. Magris ne scava le radici nel Romanticismo ? risalendo peraltro all'antichità e immergendosi nelle letterature anche più lontane e periferiche ? e la insegue nelle tragedie che hanno segnato e segnano la nostra storia recente. Alfabeti parla soprattutto di libri che s'intrecciano e si scontrano con la vita e con la Storia per tornare poi alla vita, plasmando gli sguardi, le idee, i sogni e le esistenze quotidiane dei loro lettori. Libri che trascendono anche la propria perfezione estetica per dire il dolore come la bellezza, l'amore come l'abiezione. Il libro coglie soprattutto le contraddizioni talora tragiche della letteratura e dei suoi autori, capaci di far capire a tutti cosa sia l'umanità ma anche di violarla colpevolmente. Anche per questo il percorso si conclude con un'appassionata e lucida riflessione sul rapporto della letteratura con l'etica e con la politica, riflessione che mette in luce contemporaneamente la necessità dell'impegno e l'altrettanto necessaria irresponsabilità della poesia.