Monet e la pittura en plen air
Il Sole 24 Ore Libri
Milano, 2007; br., pp. 340, ill. b/n e col., cm 23x28.
(I grandi maestri dell'arte. L'artista e il suo tempo. 2).
collana: I grandi maestri dell'arte. L'artista e il suo tempo
Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 1 kg
L'uso di dipingere all'aria aperta risale al Settecento, se non addirittura al Seicento. Solo nel XIX secolo, tuttavia, gli artisti iniziano a concepire l'idea che i quadri da esporre in pubblico, e non solo gli y.udi preparatori, possano essere eseguiti en plein air. In Francia verso la metà dell'Ottocento, con artisti della Scuola di Barbizon cone Charles-Francois Daubigny o maestri indipendenti quali Eugène Boudin, questa pratica si diffonde e influisce sensibilmente sui futuri impressionisti, che trovano in Edouard Manet il loro riferimento. La novità introdotta dalla giovane generazione consiste nella stretta ccrrispondenza fra la notazione pittorica e l'effetto momentaneo della luce, che introduce una libertà nella pennellata e uno schiarimento della tavolozza incompatibili con la pittura in voga nei Salon ufficiali. Per questo gli impressionisti, nel 1874, decidono di organizzare la Icro prima esposizione, aprendo una frattura tra gli artisti e il sistema statale dell'arte: vi partecipano Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Paul Cézanne, Edgar Degas e Claude Monet che incarna più di ogni altro il prototipo dell'impressionista in cerca dell'effetto istantaneo della luce e di un equilibrio fra modernità e natura lungo la Senna o nel cuore di Parigi. In seguito le ricerche degli impressionisti tendono sempre più a divergere, fin quando nell'ultima mostra del gruppo (1886), Georges Seurat e i suoi seguaci introducono una stesura più regolare, formalizzata e ieratica della pennellata divisa impressionista. Se molti degli impressionisti, ad esempio Monet e Cézanne, persistono nella pittura all'aria aperta, non la legano più alla trascrizione degli effetti istantanei della luce. La dimensione temporale delle loro opere si amplia e si approfondisce il valore attribuito alla memoria e all'emozione, temi che questa generazione lascia in eredità al secolo futuro.