Il dilemma dell'innovatore. Come le nuove tecnologie possono estromettere dal mercato le grandi aziende
Franco Angeli
Traduzione di Gasperoni R. e Prina T. E.
Milano, 2024; br., pp. 238, cm 15,5x23.
(Azienda Moderna. 857).
collana: Azienda Moderna.
ISBN: 88-351-6118-5
- EAN13: 9788835161189
Testo in:
Peso: 0.37 kg
In questo libro, che ha cambiato le basi del management strategico e ha elaborato i principi delle nuova teoria delle innovazioni dirompenti, Calyton M. Christensen dimostra che, mentre spesso le grandi multinazionali falliscono quando si trovano di fronte a cambiamenti di mercato e di tecnologia, le piccole e medie imprese che sanno ascoltare i consumatori, che anticipano con le loro antenne competitive nuovi bisogni emergenti e che puntano aggressivamente su innovazioni tecnologiche "dirompenti", hanno grandi possibilità di successo. Attraverso un'analisi dei modelli d'innovazione di una serie di settori (dall'industria dei computer a quella farmaceutica, da quella automobilistica a quella siderurgica), mostra come le innovazioni dirompenti tendano a non essere inizialmente ben accolte dalla maggioranza dei clienti, inducendo le imprese che dominano il mercato a non investire in esse. Il risultato di tale scelta è che queste aziende finiscono con il precludersi la possibilità di crearsi nuovi mercati e di acquisire nuovi clienti per i prodotti del futuro. Trascurando le opportunità offerte dai rapidi e continui cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca, spianano così la strada ad aziende più agili e intraprendenti, consentendo loro di cavalcare le nuove grandi ondate di crescita del settore. Dalle lezioni dei successi e dei fallimenti delle imprese leader, Christensen ricava una serie di criteri e regole per trarre profitto dal fenomeno delle innovazioni dirompenti. Questi principi, basati su casi concreti, sono utili per determinare quando è giusto non dare ascolto ai clienti, quando investire nello sviluppo di prodotti con performance più basse, che promettono margini minori, e quando coltivare piccoli mercati anche a spese di altri apparentemente più grandi, affrontando con successo il "dilemma dell'innovatore".