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L'idea dei partiti da Hobbes a Burke

Città Nuova

Roma, 2008; br., pp. 288, cm 13x20.
(Società e Socialità. 22).

collana: Società e Socialità

ISBN: 88-311-2443-9 - EAN13: 9788831124430

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.311 kg


La distinzione consapevole ed esplicita tra fazioni e partiti, e con essa la moderna idea dei partiti, risale al costituzionalismo inglese del XVIII secolo, segnatamente a Edmund Burke e alla sua rivendicazione di "onorevoli connessioni" per il buon funzionamento del sistema politico. Un'idea, quindi, legata alla storia, alle istituzioni, alle procedure di quel governo rappresentativo e responsabile che, come nuova prassi costituzionale, aveva segnato l'esperienza dell'Inghilterra di Walpole. Invece in Francia si considerarono i partiti "parti" contro il "tutto": alla cultura politica dell'illuminismo francese il modello inglese parve fondamentalmente legato alla court, lontano dal country, ristretto a un'oligarchia imperniata sulla corruzione parlamentare, povero di tensione ideologica. Di qui uno dei più irriducibili motivi di antitesi fra "evoluzione" inglese e "rivoluzione" francese: da un lato l'esigenza dei partiti, dall'altro lato l'avversione a essi. In questo libro si cerca di ricostruire i diversi aspetti, anche alla luce di ciò che ha significato la riflessione sui partiti nella storia del liberalismo e della democrazia.

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