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L'ultima parola. La vera storia di Dalton Trumbo

Rizzoli

Traduzione di M. Dupuis e Martini M.
Milano, 2016; ril., pp. 409, cm 15x23.
(Saggi Stranieri).

collana: Saggi Stranieri

ISBN: 88-17-08594-4 - EAN13: 9788817085946

Soggetto: Cinema

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.24 kg


"Lei è mai stato membro del Partito comunista?" Alla domanda di J. Parnell Thomas, senatore e presidente della Commissione per le attività antiamericane, Dalton Trumbo - lo sceneggiatore più pagato e ammirato di Hollywood - non risponde. Alle sue spalle, per sostenerlo, ci sono Humprey Bogart, Lauren Bacali, Gene Kelly, John Garfield e John Huston. È il 1947, e negli Stati Uniti l'ondata di paranoia anticomunista investe anche gli studios: centinaia di registi, attori e scrittori sono chiamati a deporre. Solo dieci di loro, gli Hollywood Ten, saranno inquisiti e imprigionati per essersi rifiutati di parlare, di tradire compagni e amici. Da allora Trumbo sarà costretto a lavorare per il mercato nero, senza poter firmare le sceneggiature di capolavori come Vacanze romane e La più grande corrida. È solo nel 1960 che Kirk Douglas, produttore e protagonista dello Spartacus di Stanley Kubrick, vuole scrivere il suo nome chiaro e tondo nei titoli di testa del film. "In ogni città e provincia liste di dissidenti sono già compilate" è lo battuta più celebre di Laurence Olivier nelle vesti del generale Crasso. "Trumbo è, senza dubbio, un prodigio della volontà. Ha sempre tenuto duro: è sopravvissuto, ha prevalso, ha persino trionfato. Si potrebbe persino prenderlo come esempio di un certo tipo di valori - tenacia, indipendenza, perseveranza - che oggigiorno sono diventati parecchio rari."

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