Il poema di Gilgamesh paradigma della vicenda umana
Gruppo Albatros Il Filo
Roma, 2020; br., pp. 158, cm 14,5x21,5.
(Nuove Voci. I Saggi).
collana: Nuove Voci. I Saggi
ISBN: 88-306-2021-1
- EAN13: 9788830620216
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo
Testo in:
Peso: 0.21 kg
Terminata la composizione di un'opera musicale ispirata ai versi dello scriba babilonese Sinleqiunninni, l'autore ci narra e rivela qui, il suo approccio all'Epopea Babilonese. Le diffidenze iniziali, le barriere emotive, i pregiudizi di fronte ad un'opera ritenuta minore rispetto ai poemi epici greci e poi furtivo ed inesorabile il risveglio della coscienza e la profonda ammirazione per il Canto di Gilgamesh. A fargli da Virgilio lo studioso Giovanni Pettinato. L'autore ci guida alla scoperta del leggendario re di Uruk, figlio di padre umano e madre divina, colui che "vide ogni cosa, ebbe esperienza di ogni cosa, in ogni cosa raggiunse la completa saggezza" nella sua tormentata ricerca dell'eternità e nella consapevolezza inevitabile della morte, il senso della vita, poiché come lui: "Con ogni mezzo l'uomo tenta di affermare la propria esistenza e di sconfiggere la morte che lo insegue da vicino, ma nulla potrà affrancarlo dal destino che lo sovrasta ed egli, sconfitto, sarà costretto a rassegnarsi ed accettare la sorte ineluttabile. Non c'è sulla terra dramma più terribile e sinistro di questo, tanto crudele e tanto legato alla natura stessa dell'uomo, da ripresentarsi sempre uguale in ogni tempo e luogo, in ogni civiltà e cultura".