La conchiglia del diluvio. Niccolò Stenone e la nascita della scienza della terra
Il Saggiatore
Traduzione di Gardella M.
Milano, 2007; br., pp. 224, cm 14x21,5.
(La Cultura).
collana: La Cultura
ISBN: 88-428-1178-5
- EAN13: 9788842811787
Soggetto: Società e Tradizioni
Testo in:
Peso: 0.355 kg
Nel 1666 giunse a Firenze Niels Stensen, giovane anatomista danese celebre in Europa per le sue conoscenze mediche e anatomiche. Accolto presso l'accademia scientifica fondata dagli allievi di Galilei e protetta dal granduca Ferdinando II, fu ribattezzato Niccolò Stenone. Il giovane si fece subito notare sezionando con maestria la testa di un gigantesco squalo bianco pescato al largo della costa tirrenica, ma ciò che l'avrebbe reso immortale in ambito scientifico fu l'osservazione dei fossili marini presenti nella zona collinare di Volterra. Gli scienziati dell'epoca, in ossequio alla Bibbia, li consideravano prova evidente del diluvio universale. Ma Stenone intuì subito che la visione di un pianeta fisicamente statico nel tempo, frutto della creazione divina e che avrebbe potuto al massimo avere seimila anni di storia, non era verosimile. Instancabile e acuto osservatore, intuì la struttura geologica della terra individuando e "leggendo" sedimentazioni e strati antichi di milioni di anni. Nell'opera "De solido intra solidum" (1669) enunciò i primi principi della geologia stratigrafica. Morì in Germania, in miseria, a soli quarantotto anni, dopo essersi convertito al cattolicesimo e avere abbracciato il sacerdozio. Pur avendo abbandonato la ricerca scientifica, non rinnegò mai le sue teorie.