Desiderare e fare il bene. Un commento pedagogico all'«etica nicomachea»
Milano, 2008; br., pp. XXIV-488, cm 16x22.
(Università. Pedagogia e Scienze dell'Educazione. Ricerche).
collana: Università. Pedagogia e Scienze dell'Educazione. Ricerche
ISBN: 88-343-1681-9
- EAN13: 9788834316818
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico
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Peso: 0.855 kg
Il volume propone una lettura di un classico del pensiero occidentale nella prospettiva di una pedagogia fondamentale adeguata al nostro tempo. L'interesse pedagogico per i temi dell'Etica Nicomachea nasce dal fatto che essi sono affrontati non "per sapere cos'è la virtù, ma per diventare buoni". Il bene così prospettato, legato alle nostre caratteristiche specifiche e oggetto primo del nostro desiderare, è un bene da fare. Il 'bene umano' è un 'bene pratico', che l'essere umano può compiere e fare suo. Molte pagine dell'Etica Nicomachea suggeriscono, in modo efficace e prezioso per un'antropologia pedagogica, che un tratto essenziale dell'uomo consiste nel suo porsi come un principio, come potere causale nuovo nell'ambito naturale. Aristotele scorge così un carattere essenziale di quella che noi oggi chiamiamo 'persona': il poter essere origine di inattese novità, il poter ampliare con il nostro desiderare e pensare, ma soprattutto con la fatica e la perseveranza del nostro agire, lo spazio dell'esistente, mettendo queste capacità a servizio del bene e degli altri. Desiderare-e-fare il bene costituisce pertanto un binomio che non può essere sciolto, se si vuole, rimanendo fedeli ad Aristotele, tracciare una proposta di educazione morale per un tempo come quello presente, segnato da tante debolezze del volere e, di conseguenza, da indebolimenti della vita personale.