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L'Altrove. Morandi, Licini, De Pisis, Pirandello

Gli Ori

Pistoia, 2011; br., pp. 160, ill., cm 17x24.

ISBN: 88-7336-446-2 - EAN13: 9788873364467

Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.42 kg


Queste pagine dicono del luogo mentale ove mi è parso che le esperienze narrate trovino casa: altrove rispetto ad ogni strada individuata da molti, e percorsa da costoro assieme, in più o meno stretta e agguerrita coesione; lontano da ogni gruppo, dotato o meno di una bandiera ideologica, o strategica, sempre così utile nell'arte del XX secolo, a veicolare verso il successo, e il riscontro critico, le singole esperienze.
Qui d'altro si vuol dire: di quei tragitti creativi che hanno segnato la vicenda della pittura italiana del secolo scorso imprimendovi l'impronta della loro qualità, ma che con quella vicenda può dirsi che ebbero infine solo tenui rapporti: non in quanto quei rapporti non furono da essi mai cercati, ma perché quegli uomini trovarono infine la loro verità nell'appartatezza di un pensiero, e di un fare, macerati soltanto in solitudine.
Esiste certamente, perciò, un frangente dell'esistenza di Morandi vissuto 'accanto' all'esperienza metafisica, e poi 'accanto' ai "Valori Plastici" di Mario Broglio; esiste un de Pisis che contiamo fra gli italiens de Paris; esiste un Pirandello prossimo per un attimo a Mafai e al tonalismo romano, come esiste un Licini tentato nella primissima sua stagione dalla sirena futurista, poi dalla vicinanza alla coinè astrattista del Milione: ma nessuno di essi ha infine trovato in quelle comunanze la propria maggiore maturità.
Hanno pagato, ciascuno, quel loro isolamento: Licini con il primo serio riconoscimento venuto solo l'anno della morte; Pirandello con il sostegno, a lungo e soltanto, di una piccola critica di impatto poco più che regionale; de Pisis con il dileggio di tanti; Morandi con il vituperio, venutogli in epoche diverse da fronti lontanissimi, d'un mancato coraggio, e impegno, della sua pittura. E con infinite incomprensioni: dal neo-impressionismo attribuito, come irredimibile retaggio di un tempo trascorso, a de Pisis; alla "isolanità" (quale?) supposta per Pirandello. Infine: non ebbero chi li seguisse, se non pallidi imitatori. Nemmeno Morandi, di cui pure il suo interprete più appassionato, Arcangeli, volle scorgere la familiarità con un nuovo "naturalismo": ma errando.

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