Il mio mondo
Gruppo Albatros Il Filo
Roma, 2020; br., pp. 154, cm 14,5x21,5.
(Nuove Voci).
collana: Nuove Voci
ISBN: 88-306-2502-7
- EAN13: 9788830625020
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.74 kg
Troppo spesso ad alcuni bambini viene negata l'infanzia. Costretti a rivestire ruoli non idonei alla loro età e alle loro potenzialità, vivono da adulti tra coloro che sono i loro carnefici. La povertà, le condizioni di indigenza che ne derivano, talvolta, sono alleate della violenza fisica e morale, dei diritti negati, delle costrizioni. Queste realtà appartengono a tutto il mondo, in ogni angolo sperduto c'è un bimbo che grida, che urla il suo dolore. Da ciò se ne traggono conseguenze psicologiche gravissime, in cui il bimbo che ha subito spesso si sente inadeguato, anzi, il più delle volte pensa di averlo meritato, anche perché tali atrocità sono commesse da persone in cui dovrebbe poter riporre la sua fiducia, e in alcuni casi, a sua volta, diventa il carnefice di qualcun altro. Adelina, una bimba di cinque anni, vive una condizione familiare difficile, l'unica sua consolazione è l'amore che prova per i suoi fratelli, per loro subisce, sopporta le umiliazioni e le provocazioni familiari. Quando alla povertà si aggiungono il degrado, l'aridità morale, la perversione e la cattiveria, quella gratuita, quella che ammutolisce, che irretisce, è difficile uscirne fuori tanto facilmente, anzi, quasi sempre non se ne esce mai completamente. Ma la nostra Adelina ha coraggio da vendere, pronta ad affrontare il nemico senza lasciarsi abbattere, è tutti i giorni in guerra per far valere i suoi diritti. Quel che per un individuo sono le tappe naturali e fondamentali della vita come l'istruzione, il lavoro, il diritto alla socializzazione, per Adelina tutto è negato. Ma lei con forza e determinazione otterrà tutto quello che sogna, con grande dolore alla fine avrà la sua fetta di felicità. La sua è una forza che solo una donna può avere, troppe volte è rimasta a guardare e a sognare una vita diversa, troppe volte è rimasta vittima di luoghi comuni, di un contesto che avrebbe dovuto proteggerla anziché aggredirla, da ciò nasce la voglia di gridarlo ai quattro venti, di rendere noto quel che le era stato intimato di non far conoscere. Purtroppo non si può avere tutto, e non sempre chi reca danno alla fin fine è punito per quello che fa, troppe volte queste persone riescono a sfuggire alla legge degli uomini... forse perché sono inseriti in un contesto sociale in cui si è spesso pronti a puntare il dito su chi non c'entra niente, a dare la colpa alla vittima, a guardare indifferenti e a girarsi dall'altra parte.