Il Saggio, il gusto e il cliché. Per un'interpretazione di Mario Praz
duepunti
Palermo, 2012; br., pp. 208, cm 13x19.
(Posizioni. 2).
collana: Posizioni
ISBN: 88-89987-71-5
- EAN13: 9788889987711
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.15 kg
Mario Praz (1896-1982) è considerato il maggiore anglista e da alcuni anche il più grande saggista - del Novecento italiano. Il suo libro più noto, "La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica", è stato saccheggiato da generazioni di studiosi, studenti e amatori. Non sono molti gli autori che hanno lasciato un segno cosi personale da richiedere la creazione di un aggettivo specifico: nel suo caso è stato il grande critico americano Edmund Wilson a parlare di "prazzesco", ossia la predilezione per una peculiare intersezione tra "bellezza e bizzarria" (altro titolo di Praz). Sarebbe difficile individuare un argomento, un settore del gusto, uno scrittore, un luogo del mondo, uno stato d'animo su cui non esiste un saggio di Praz: dagli adorati mobili Impero agli emblemi, da Shakespeare a Jane Austen, da d'Annunzio a Hemingway, dal rococò dei Tropici alla Roma di Piranesi, dal "non so che" al presepe, alle figure di cera, alle terrazze... Le sue opere comprendono una usatissima "Storia della letteratura inglese", studi su ogni aspetto dei rapporti tra cultura inglese e italiana, ma anche libri e saggi di viaggio, ritratti e piccoli racconti, scritti che uniscono sterminata erudizione e tenaci passioni. Senza dimenticare "La casa della vita", sorta di autobiografia attraverso le stanze della sua abitazione e i loro contenuti, che è stato definito "il più atipico ma anche uno dei più bei romanzi del Novecento italiano".