La repressione del dissenso politico nel regime fascista. Lama dei Peligni, dal confino al campo di concentramento
Casa Editrice Rocco Carabba
Lanciano, 2024; br., pp. 196, cm 16x23,5.
(Universale Carabba).
collana: Universale Carabba
ISBN: 88-6344-772-1
- EAN13: 9788863447729
Soggetto: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,Saggi Storici
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Abruzzo e Molise,Italia
Testo in:
Peso: 0 kg
La gestione del dissenso politico è sempre stata una preoccupazione per ogni forma di governo, in ogni epoca e latitudine. La scelta tra convivenza o repressione segna il confine tra una democrazia e una dittatura. Il fascismo considerò il problema della repressione del dissenso un obiettivo importante, vista la natura autoritaria del regime, da arginare con ogni possibile strumento e, istituzionalizzata nella legislazione come nella prassi amministrativa e poliziesca, diventò sistema di governo o addirittura strumento per ottenere il consenso. Il confino di polizia e l'internamento venivano utilizzati come misure preventive di pubblica sicurezza per reprimere l'opposizione organizzata e spontanea. Vicende del passato che, se analizzate attraverso gli archivi, i documenti e le testimonianze, mostrano con efficacia l'incidenza che la dittatura ebbe sulla vita quotidiana dei cittadini con la sua maniacale pretesa di controllare e orientare ogni momento della vita sociale. Vicende che, tuttavia, potrebbero tornare, seppure in forma diversa; perché la storia ci insegna che niente è per sempre e, a volte, si ripete per motivi in parte riconducibili anche alla propria ignoranza. La conoscenza e la divulgazione sono le uniche strade percorribili se vogliamo limitarci solo a leggere pagine buie della nostra storia e a non riscriverne di nuove.