Carmina Burana, una doppia rivoluzione. L'invenzione medievale e la riscoperta novecentesca
Edizioni Carocci
Roma, 2024; br., pp. 200.
(Biblioteca di Testi e Studi).
collana: Biblioteca di Testi e Studi
ISBN: 88-290-2157-1
- EAN13: 9788829021574
Soggetto: Musica
Testo in:
Peso: 0.43 kg
A partire dagli anni Sessanta del Novecento la restituzione di un medioevo fisico, ritmico e passionale entra nelle sale da concerto. La nuova estetica, in contrasto con molte convinzioni musicologiche, non è estranea ai Carmina Burana di Carl Orff. La critica rimane imbarazzata sia verso Orff sia verso le sperimentazioni della musica medievale. Oggi, meno influenzati dalle ideologie politiche e culturali del secolo scorso, è possibile ripercorrere quella vicenda rivoluzionaria, dalla riscoperta della musica antica alla sua rivisitazione metal. Vi è però alle spalle un episodio ben più significativo. Il manoscritto da cui Orff trasse i testi per la sua cantata non è uno dei tanti codici medievali di poesia latina, ma il primo canzoniere mai concepito: genere che avrà in seguito straordinaria fortuna, con i trovatori e con Dante. Il tentativo di fermare sulla pagina l'immaterialità di una canzone (qualcosa che fino a quel momento viveva solo come performance) è l'altra inaspettata rivoluzione che si racconta nel volume. Riavvicinando i due piani - la prassi di oggi e le fonti di ieri - e mettendo in relazione due epoche, l'indagine sul Codex Buranus tenta di chiarire le ragioni della canzone medievale e le ipocrisie musicali della modernità.