Sulla seta del cuore
De Polzer Lida
Genesi
Torino, 2008; br., cm 13,5x20,5.
(Le scommesse. 223).
collana: Le scommesse
ISBN: 88-7414-145-9 - EAN13: 9788874141456
Testo in:
Peso: 0.26 kg
C'è chi nuotando conta le bracciate come aiuto della memoria alla sincronizzazione dei ritmi, che possono essere contemporaneamente anche quelli di una creazione poetica. Così credo faccia Lida de Polzer, il cui grande amore per il mare ondeggia per tutta la silloge sotto l'apparenza tranquilla della superficie: "mare che veglia sospiri di risacca / voci d'altrove tracce d'infinito / e miraggi di perle fuggitive / tra le dita dell'acqua". (Dateci la notte) Il mare è principalmente quello di Trieste, deputata dall'autrice a piccola patria, città dal cuore di frontiera, nella quale è ubicata la casa-madre: "Sì, ti vorrei cantare / città del sangue antico / della mia gente / anima del mio sangue solitario." (C'è chi non sa) Trieste è la città delle gratificazioni estive, vissute in sintonia di anima e di sport con una cara amica, come è raccontato nella poesia A Paola: "Sì, sarà come hai detto. Incontreremo / ancora nelle strade di Trieste / quella luce serena / quella dolcezza quieta in cui la vita / raccoglie sotto l'ala i giorni andati / come madre paziente, e li consola." Sopra il Castello di San Giusto fa da contraltare l'anfiteatro verde del Carso, che a volte è acceso del rosso dei sommacchi, secondo il sempre incisivo e pertinente cromatismo che distingue le note paesaggistiche dell'autrice. Sul panorama aleggiano folate in Concerto in bora, che promuove la danza allegra di uomini, cose, animali: "Barcollano i semafori stamane / sbandierano i bucati arcobaleno / l'aria giovane, viva / corre sul volto e gioca nei capelli / e la luce la luce / vola per la città con i gabbiani / e chiama il mare a una malia fremente." Il vento sabiano suona nel cielo triestino, che profuma secondo il gioco delle sinestesie dove gli odori sono collegati agli altri dati sensoriali in orchestrazioni di immagini inedite, a volte coinvolgenti il sublime.
Ma la poetessa sofferma la sua attenzione anche su altri luoghi. Mirabili sono i suoi spaccati, frutto di soste negli itinerari culturali e psicologici, su diverse città. Ampia è la sezione dedicata a Roma, alla sue strade, ai suoi monumenti, ai suoi motivi di meditazione. In Calabria: "Han radici di sabbia gli eucalipti / sul lungo mare verde azzurro"; Paestum è "antica terra, e sacra"; Arezzo ha "nelle strade nobiltà d'antico". Avvincente soprattutto appare la tonalità raccolta color seppia di Spoleto, dove "rapido s'impenna il tuo vicolo freddo".
In contrasto con la solarità marina di molte composizioni, nella varietà stagionale predomina l'inverno, nel momento cronologico della notte, quando l'aria odora di neve, che isola in bianco spazio a perdita di sguardo e protegge nell'auspicato silenzio tratti di malinconia, dolcezze di ricordi, pause di riflessioni. Ma a volte la notte è illuminata da una leopardiana luna piena e allora il cielo è chiaro; si allarga nell'aria un profumo / d'amore bambino. In un altro testo, con un inaspettato capovolgimento umorale che prova la ricchezza sensitiva dell'autrice: "Irrompe da uno scorcio di finestra / mentre discende l'ultimo suo buio / la luna mozza, e pare sangue d'ombra / la sua metà perduta nella notte." (Luna mozza) La luna domina nelle Minime, brevi composizioni dalla consistenza poetica degli haiku: "Magica notte / il canto del torrente / la luna piena" "Tace la neve / pallida nella notte / alta la luna".
Il parco assaggio prova la sapienza metrica dell'autrice, che si fonde con quella immaginifica in composizioni dalla "armoniosa melodia pittrice".
La poesia Attesa può essere esempio di come il sovrastare della luna offra occasione a una descrizione spazio/temporale di territorio e di anima fuse in favolosa analogia, sospesa nel protettivo silenzio di un mondo fiabesco dai tenui colori in trepida aspettativa. Dalla scansione dei versi, dai rimandi degli enjambement, dal gioco delle metafore, deriva una musicalità particolare, come un giro di danza, di valzer, come una nuotata, con una breve pausa prima del guizzo finale.
Lontana da ogni implicazione orfica, la poesia di Lida de Polzer modula, sul doppio profilo di una realtà oggettiva e soggettiva, le variazioni di un animo sensibile e delicato, in misure meditative e a lungo meditate sul controllo metrico, stilistico, espressivo ed emotivo.
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