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Per un'analisi del romanesco delle poesie di Mario dell'Arco attraverso le varianti d'autore

Franco Cesati Editore

Firenze, 2019; br., pp. 297, cm 15,5x22,5.
(Strumenti di linguistica italiana. Nuova serie. 20).
(Strumenti di linguistica italiana. Nuova serie. 20).

collana: Strumenti di linguistica italiana. Nuova serie

ISBN: 88-7667-784-4 - EAN13: 9788876677847

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Lazio,Roma

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.51 kg


«Er matto, fermo avanti a lo scaffale,/ Belli o Trilussa o Pascarella: quale/ scejerà? Quatto-quatto/ sceje Dell'Arco. Allora nun è matto». Attraverso questi quattro versi, comparsi nella loro veste definitiva in Basta (o no?) (1984), Mario dell'Arco (all'anagrafe Mario Fagiolo) colloca sé stesso nel novero dei grandi poeti della poesia romanesca. E a buon diritto: da tempo era già stato infatti riconosciuto dalla critica - da Pier Paolo Pasolini a Leonardo Sciascia - come l'innovatore della poesia romanesca. L'intento di questo volume è quello di offrire al lettore prima una panoramica sull'uso poetico del dialetto di Roma dall'inizio del Novecento a oggi, poi uno studio approfondito su Mario dell'Arco attraverso la raccolta e l'analisi di tutte le varianti che il poeta stesso ha apportato alle sue poesie nel corso delle varie ristampe. Questo lavoro di labor limae stilistico e linguistico non solo ci consente di conoscere più a fondo l'autore, ma ci dice anche qualcosa sullo status del romanesco contemporaneo.

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