La figlia della memoria
Moretti & Vitali
Bergamo, 2016; br., pp. 165, cm 21,5x24,5.
(Le Forme dell'Immaginario. 47).
collana: Le Forme dell'Immaginario
ISBN: 88-7186-647-9
- EAN13: 9788871866475
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.7 kg
"L'infanzia e l'adolescenza, risorgenti in noi durante l'intera vita come un sogno, sono la radice stessa dell'esistere. Spesso non si sa dove e come si siano nascoste, se mai ci siano state. Spesso ci richiamano, in un alternarsi di luce e buio significativi. È il tempo in cui intuiamo e pratichiamo l'essenza stessa di ogni cosa e ci nutriamo della gioia e dei più profondi dolori. È anche il tempo in cui ci si guarda e si riflette: ogni istante diventa uno specchio - nei rapporti con la natura, con le persone, col nostro corpo. Non c'è nessuno a cui riferire le nostre emozioni, le esperienze. Sentiamo che non saremo capiti. Abbiamo una precoce sensazione dell'inadeguatezza degli adulti, soprattutto nelle nostre esperienze più profonde. Scrive infatti Adele: 'Come avrei potuto spiegare a mamma (...) che il mio corpo era diventato 'i miei corpi': uno sopra, come una nuvola, e uno sotto, immobilizzato?'. È quello anche il tempo in cui si vedono i fantasmi, si sentono le voci, si prevede il domani. Adele tratta il tutto con il distacco, e quindi l'ironia, di chi ha imparato a comportarsi in modo da non essere travolta da quelle prime umane vicende. Da questa sua ironia e dai rapporti infantili viene anche l'uso del toscano popolare che dà forma e colore a tanti passi del suo ricordare." (Franco Loi). Prefazione di Davide Rondoni.