I comunisti italiani e la sinistra europea. Il PCI e i rapporti con le socialdemocrazie (1964-1984)
Edizioni Carocci
Roma, 2015; br., pp. 295, cm 15,5x22,5.
(Studi Storici Carocci. 251).
collana: Studi Storici Carocci
ISBN: 88-430-7817-8
- EAN13: 9788843078172
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 1.42 kg
L'Italia è l'unico paese occidentale dove il rappresentante principale della sinistra, per tutta la durata della Guerra fredda, è stato un partito comunista. Per quanto "anomala", tuttavia, la sinistra italiana agiva in un contesto di relazioni e influenze europee e internazionali. Basato su una vasta raccolta di fonti archivistiche in Italia e all'estero, il libro ricostruisce la rete di rapporti intessuta dal PCI con le maggiori socialdemocrazie europee a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Sono analizzati così il tentativo del PCI di allargare i propri riferimenti internazionali e la propria cultura politica, ma anche i limiti di questo impegno e le contraddizioni che esso aprì nel partito, i contenuti del dialogo con i partiti socialdemocratici e i giudizi e le iniziative di questi ultimi nei confronti dell'Italia e della sinistra italiana. Il percorso del Partito comunista italiano è esaminato alla luce di una storia più ampia, che riguarda le relazioni internazionali negli anni della Guerra fredda e il principio della crisi del comunismo; la trasformazione degli equilibri economici e politici dell'Europa occidentale, con la fine dell'"età dell'oro" del capitalismo, e la sfida che essa pose a tutte le sinistre; lo sviluppo, i cambiamenti e l'eredità dell'internazionalismo e dell'azione europea di comunisti e socialdemocratici.