Il dramma dell'esistenza mancata. Dell'essere sé stessi e della falsificazione. Saggio su Ibsen
Mimesis Edizioni
Sesto San Giovanni, 2020; br., pp. 316, cm 14,5x21.
(Filosofie).
collana: Filosofie
ISBN: 88-575-6833-4
- EAN13: 9788857568331
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
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Peso: 0.65 kg
Ibsen occupa un posto di rilievo nella drammaturgia, non solo norvegese. Muovendosi nello stesso solco tracciato dai maestri del sospetto (Marx, Nietzsche e Freud), i suoi drammi, dopo aver inquietato la coscienza europea di fine Ottocento e del Novecento, continuano a turbare anche quella del terzo millennio. Il drammaturgo scandinavo trascina l'individuo non soltanto dinanzi alla propria coscienza scissa, alienata o falsificata, ma anche di fronte alla coscienza altrettanto estraniata e alle contraddizioni del proprio tempo. Il rimedio per una tale falsificazione individuale e sociale è individuato da Ibsen nell'attenersi al vero, nel recupero non di una vita pur che sia, ma della propria vita, affinché l'individuo non sia più a disposizione del sistema, ma sia il sistema - come diceva già Platone - a migliorarsi, valorizzando la vocazione o la predisposizione dell'individuo. Un recupero non facile, perché il rigido attenersi al vero può peggiorare le cose. Resta allora il dialogo con l'altro, con un Tu che ci è pathicamente proprio, l'unica via per inverare sé stessi e il mondo, per correggere un'esistenza mancata.