Elogio di Calderon
Di Gregorio Antonio
Tipolitografia Temi
Trento, 2010; br., pp. 108, cm 15x21.
ISBN: 88-89706-93-7 - EAN13: 9788889706930
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.22 kg
Ed in questa altra forma di vita tutti gli organi e gli apparati del nostro corpo continuano perfettamente a funzionare.
Il cuore batte, il polmone ventila, il rene filtra, l'intestino non interrompe la sua peristalsi, il cervello pur in preda all'inconscio continua a dare ordini. Da ogni parte si continua a vivere e se in quel momento stiamo sognando le nostre cellule percepiscono che anche questa è vita e si danno da fare, esattamente come quando siamo svegli ed affoghiamo nella realtà.
Può bastare ciò a definire i sogni esperienze di un'altra vita?
Può essere consolante pensare che tutti abbiamo comunque questa seconda vita e concedere ad essa una più robusta dignità?
L'idea che Sogno e Realtà siano due momenti dell'esistenza umana a volte paralleli ed a volte intersecantisi con scambio dei ruoli, è un concetto che ha affascinato letterati e filosofi nel corso dei secoli. Omero, Platone, Artemidoro, Sant'Agostino, Calderón de la Barca, Shakespeare e finalmente Freud sono solo alcuni tra quei grandi ingegni che hanno dedicato attenzione anche ai sogni, intesi di volta in volta come grandi strumenti divinatori, come portatori del messaggio divino, come viaggio dell'anima che si stacca dal corpo, come altra o vera realtà, come vita parallela, come regno dell'inconscio, come mistero, come desideri che cercano di liberarsi dalle croste di pudore.
Il sogno è stato ed è frequentemente oggetto di speculazione nelle varie forme di arte, dalla letteratura alla pittura, al cinema.
L'immaginario onirico individuale ha probabilmente contribuito alla realizzazione di capolavori molto più diffusamente di quanto accertato.
Basterebbe a tal proposito ricordare vere e proprie meraviglie del Surrealismo o il cinema del nostro Federico Fellini.
Elogio di Calderón vuole esprimere un personale riconoscimento ed un piccolo omaggio a Calderón de la Barca, il grande scrittore spagnolo, generalmente associato nel comune sentire all'espressione "La vita è sogno", tratta da uno dei suoi lavori più fortunati e ripetutamente portato sui palcoscenici di tutto il mondo.
Ricordiamo innanzitutto che ebbe una vita comoda.
Per i primi cinquanta anni studiò a lungo, coltivò amori e passioni, fece molte esperienze militari e belliche, scrisse tante opere che gli diedero ricchezze e fama. Poi uccise l'assassino di suo fratello, inseguito da lui fino in una chiesa, e quindi si fece monaco, con la seria intenzione di espiare.
Morì ad ottantuno anni, dopo aver scritto senza posa oltre centoventi commedie, tra cui il capolavoro è considerato "La vita è sogno", e circa ottanta "autos sacramentales", il più famoso dei quali è certamente "El gran teatro del mundo". Fu proprio quest'opera che descrive la vita come inutile recita a far prendere in considerazione la valorizzazione del Sogno. Il pessimismo di Calderón, giustificato dalla teatralità di un'esistenza che all'uomo riserva la paura del fallimento e il naufragio nella vanità, si libera sulle ali della rimozione quando l'autore scolpisce il famoso monologo di Sigismondo, quello de "La vita è sogno". Egli non è l'unico grande autore ad aver trattato questi argomenti.
Epitteto e Sant'Agostino hanno ispirato molti altri sul binomio Dio-autore e Uomo-attore.
Edvard Munch col suo "Urlo" ha riassunto in un'immagine indimenticabile la verità che coincide con l'angoscia umana.
Freud su questi temi ha creato una vera grande scienza.
"L'interpretazione dei sogni" è l'opera sua più conosciuta e quella da lui più amata. Si può essere d'accordo col padre della psicanalisi oppure lo si può contestare, anche ferocemente come spesso è accaduto. Di certo non si può negare che il sogno sia per ciascuno di noi l'unica possibilità di conoscenza dell'inconscio, di quella condizione strutturale nascosta che senza farsi notare riesce ad incidere sulle scelte che spesso facciamo, soprattutto quelle inspiegabili. Di questi argomenti se ne parlerà ancora a lungo negli anni a venire e forse qualche risposta più convincente su che cosa siano i sogni potrà essere fornita dal progresso scientifico della medicina e delle sue conoscenze sulle funzioni del cervello.
Forse dovremo dare ragione a coloro che affermano che i sogni non hanno alcun significato.
In quel caso la vita in generale potrebbe perdere un altro pezzetto di interesse.
Gli "pseudo-racconti" di questo libro hanno poco di narrativo e quel poco serve quale spunto per riflessioni di tipo esistenziale.
In tutti troviamo riferimenti ai sogni ed alla strana commistione tra sogno e realtà.
Gli accenni frequenti a vite che lasciano poco spazio a godimenti, così come "normalmente" accade, non vogliono essere uno stimolo al rifugio nei sogni. Certamente occorre procedere ad una rivalutazione di questo tipo di vita di ciascuno di noi, finora tenuta nascosta e dimenticata in fretta, forse anche perché l'inconscio fa ancora troppa paura.
Guardiamoli con occhio più benevolo i sogni.
Forse sono proprio essi la seconda vita a cui tanti anelano e se ce ne sarà un'altra essa sarà magari la terza.
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