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Il «disegno» della poesia. Genesi, correzioni e varianti dei «Canti» leopardiani

EDES - Editrice Democratica Sarda

Sassari, 2018; br., pp. 120.
(Filologia Linguistica e Critica Letteraria).

collana: Filologia Linguistica e Critica Letteraria

ISBN: 88-6025-439-6 - EAN13: 9788860254399

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.58 kg


In una lettera al cugino Giuseppe Melchiorri del marzo 1824, anno di pubblicazione dell'edizione bolognese delle "Canzoni", Leopardi descrive il proprio metodo compositivo come un'"ispirazione" (o "frenesia") a cui segue immediatamente "il disegno e la distribuzione di tutto il componimento". Nella vera e propria stesura dei versi a guidare la man del poeta è invece una "lentezza" che è tutt'uno con quella che egli, al tempo dei versi pisano-recanatesi, sentiva come felicità "provata nel tempo del comporre"). All'interno dell'officina poetica leopardiana sono soprattutto le canzoni i testi che intrattengono più degli altri relazioni talvolta sorprendenti con abbozzi, schemi preparatori, materiali apparentemente "inerti" rimasti tra le carte dei Canti, e soprattutto con quella varia lectio che, insieme alle annotazioni offre un percorso affascinante nello scrittoio del recanatese, in quanto deposito di un vocabolario "secondo" che accompagna e integra quello dei testi compiuti.

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