La somiglianza per contatto. Archeologia, anacronismo e modernità dell'impronta
Bollati Boringhieri
Traduzione di Tartarini C.
Torino, 2009; br., pp. 366, ill., cm 15x22.
(Nuova Cultura. 218).
collana: Nuova Cultura
ISBN: 88-339-2012-7
- EAN13: 9788833920122
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Saggi e Studi sull'antichità
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico
Testo in:
Peso: 0.763 kg
Relegata da Giorgio Vasari nella sfera minore delle arti meccaniche, adibite alla semplice riproduzione, l'impronta conosce però lunga fortuna nella pratica scultoria degli artisti moderni e contemporanei, anche quando i loro principi estetici sembrano sconfessarla. Rioccupa la scena con i gessi di Possagno, nonostante l'ostentato sdegno di Antonio Canova, e dilaga in Auguste Rodin, che pure la giudica una "piaga cancerosa dell'arte"; bisognerà attendere Marcel Duchamp per vederla trionfare nel ready-made, questa volta con l'apporto di un pensiero d'autore che rivendica il gesto riproduttivo, invece di abiurarlo, riuscendo a "rompere con l'imitazione classica senza tuttavia negare la somiglianza". Una vicenda che la riflessione di Georges Didi-Huberman riprende fin dalle sue mosse preistoriche, all'alba della figurazione. Il modo più ancestrale di dar luogo a una forma - imprimere su un supporto materiale un segno più duraturo di una traccia, ottenere il puro calco di un oggetto, prima di ogni invenzione creativa - dispiega qui le densissime valenze del suo anacronismo di perfetta immagine dialettica: parla sia del contatto (il piede che sprofonda nella sabbia) sia della perdita (l'assenza del piede); trasforma le condizioni essenziali della somiglianza e della rappresentazione; solleva la questione del rapporto fra la tecnica e il tempo, fra la memoria e il presente; rivela gli intrecci di temporalità eterogenee di cui si compone ciascuna immagine.