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L'esilio e il ritorno degli dèi pagani nei racconti dell'Ottocento

Pacini Editore

Ospedaletto, 2017; br., pp. 211, ill.
(I libri dell'associazione Sigismondo Malatesta).

collana: I libri dell'associazione Sigismondo Malatesta

ISBN: 88-6995-294-0 - EAN13: 9788869952944

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.08 kg


Perseguitati ed esiliati dal cristianesimo, gli dèi di Atene e Roma sono scomparsi da secoli; la letteratura e le arti, tuttavia, sembrano averne conservato un'immagine di eterna giovinezza e splendore, fin quasi a rimuovere il trauma della loro caduta. Quasi, poiché nell'Ottocento alcuni autori - tra cui Prosper Mérimée, Henry James, Heinrich Heine, Vernon Lee, Walter Pater, Gerhart Hauptmann - hanno scritto racconti in cui gli dèi tornano col loro carico di sofferenza e di odio, non sospesi nell'atemporalità del mito, ma feriti e trasformati dalle ingiurie della storia. Veneri spettrali, Apolli cadaverici, statue assassine e reincarnazioni sinistre vengono a inquietare il presente, a ricordare che, sebbene la storia sia stata scritta dai vincitori, i vinti hanno ancora qualcosa da dire. E se gli dèi sono sineddoche della civiltà classica scomparsa, immaginare il loro ritorno significa anche porre il problema dei rapporti che legano il nostro mondo all'antichità, a valori e forme di pensiero che troppo spesso vengono banalmente indicati come «i nostri», e che è forse più proficuo osservare con la lente dello straniamento e del perturbante.

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