Mythos, o del rapporto tra romanzo e verità
Mimesis Edizioni
Sesto San Giovanni, 2099; br., pp. 296.
(Filosofie).
collana: Filosofie
EAN13: 9791222302317
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Che cos'è un romanzo? Che ruolo e che valore ha all'interno della nostra cultura? Durante il Novecento, di fronte all'avanzare dell'ideale del Progresso fatto di macchine e di scienza, esperimenti e tecnologie, Heidegger lamentava la perdita del Lebenswelt, il mondo della vita, dal panorama della conoscenza. Milan Kundera, al contrario, era convinto che fosse tutt'altro che perduto: "Tutti i grandi temi esistenziali [...] sono stati svelati, mostrati, illuminati da quattro secoli di romanzo. Nel modo che gli è proprio, secondo la logica che gli è propria, il romanzo ha scoperto, uno dopo l'altro, i diversi aspetti dell'esistenza". Se il romanzo ha attinto a quel campo dell'essere a cui le scienze non sembrano più interessarsi o che non sono più in grado di cogliere, come definire le sue scoperte? La "questione" sollevata da chi lo ha criticato così come da chi ne sostiene il valore ritorna sempre a questo nodo: ciò che il romanzo ci mostra è vero o non vero? Dobbiamo considerare il romanzo una fonte di conoscenza a cui fare riferimento o una semplice fonte di intrattenimento, un'illusione, una rappresentazione artificiosa del mondo? D'altro canto è possibile spostarlo tout court nel regno del falso e della finzione nonostante la sua popolarità, il suo perdurare e addirittura espandersi nei secoli? Nonostante l'influenza - più che riconosciuta - che ha esercitato ed esercita ancora sulla politica e sulla Storia?