Il crimine di Jean Genet
Edizioni O Barra O
Traduzione di Dotti M.
Milano, 2008; br., pp. 120, cm 12,5x20,5.
(Agli Estremi dell'Occidente).
collana: Agli Estremi dell'Occidente
ISBN: 88-87510-53-9
- EAN13: 9788887510539
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.16 kg
"Tentare di capire Genet mi ha portato ad assumere sulle sue tracce la più salutare delle posizioni: essere nel bel mezzo di tutti i contrari, in quel luogo in cui la realtà, resa fragile all'estremo, ci obbliga a mantenere la vertigine per mantenere l'equilibrio." Tra saggio critico e autobiografia, Dominique Eddé tesse un doppio ritratto dell'uomo e dell'opera. Attenta e appassionata rilettura degli scritti e dell'esistenza di Jean Genet, il testo parte dalla constatazione della totale assenza della figura del padre nell'opera dell'autore francese per arrivare a mostrare come il "parricidio" sia il crimine alla base della sua intera produzione artistica. Scrittore e drammaturgo francese, da sempre schierato dalla parte degli oppressi, dei deboli, dei poveri dimenticati dal mondo, Genet ha fatto della propria e dell'altrui solitudine l'arma con cui opporsi a ogni legge. Le sue radicali posizioni politiche, l'appoggio alla causa palestinese, il rapporto con il cristianesimo e il giudaismo emergono qui in un continuo rimando alle opere di Dostoevskij, Nietzsche, Sartre, Rembrandt, Giacometti. Con ritmo incalzante, Dominique Eddé trasfigura la storia di Genet in un mosaico collettivo, nel "romanzo di formazione" di un'intera generazione uscita dai tumultuosi anni '70.