Sull'estetica giapponese
Lindau
Traduzione di Tonoli G.
Torino, 2024; br., pp. 72, cm 14,5x21.
(I Bambù).
collana: I Bambù
EAN13: 9791255840961
Soggetto: Arti Decorative (Ceramica, Porcellana, Maiolica),Extra Europa,Società e Tradizioni
Luoghi: Extra Europa
Extra: Arte Orientale & Indiana
Testo in:
Peso: 0.13 kg
La ricerca della bellezza sembra avere compenetrato in Giappone gli ambiti più diversi: non solo la pittura, la scultura, le arti applicate, o il teatro e la letteratura. Anche il semplice spazio della vita domestica, il ristretto giardino che lo circonda, la disposizione dei fiori, la cerimonia del tè, sono divenuti oggetto di un investimento estetico intenso e prolungato. Ma quali sensibilità e quali concetti sono alla base di questo impegno costante? Quando si scrive di estetica giapponese, le convenzioni utilizzate in Occidente - ordine, successione logica, simmetria - impongono all'argomento un punto di vista che non gli appartiene. L'estetica orientale suggerisce, tra le altre cose, l'idea che una struttura ordinata intrappoli, che l'esposizione logica falsifichi e che una discussione lineare alla fine limiti. Il godimento estetico riconosce schemi artistici, ma essi non possono essere né troppo rigidi né troppo ristretti. È quindi più facile riuscire a definire l'estetica giapponese attraverso una rete di associazioni costituite da elenchi e da annotazioni legate tra loro in modo intuitivo, che formano lo sfondo dal quale emergerà l'argomento in esame. Così si regola, in questo libro, Donald Richie, costruendo un saggio, breve ma folgorante, su una costellazione di parole collegate (wabi, sabi, aware, fûryû e yûgen...), talvolta enigmatiche, spesso sfuggenti, eppure tutte sottilmente rivelatrici.