La rasola 1 nel castello del Monte di Montella. Ricerche 1983-92
Edipuglia
Santo Spirito, 2020; br., pp. 240, ill.
(Archeologia Postclassica. 7).
collana: Archeologia Postclassica
ISBN: 88-7228-942-4
- EAN13: 9788872289426
Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico
Luoghi: Campania
Testo in:
Peso: 1.15 kg
Un posto di primo piano negli studi sui siti fortificati della Campania interna spetta agli scavi condotti nel castello del Monte dal prof. Marcello Rotili che nel 2011 ha curato l'edizione del volume Montella: ricerche archeologiche nel donjon e nell'area murata (1980-92 e 2005-07), nel quale vengono illustrate le complesse indagini che hanno permesso di avanzare un'articolata proposta di periodizzazione alla luce delle stratigrafie rilevate e di un'ampia selezione di reperti. La trentennale attività di ricerca ha evidenziato strutture risalenti al VI-VII secolo quando, in rapporto al graduale abbandono del fondovalle, prese forma sull'altura un villaggio accentrato, trasformato prima in azienda curtense nel VII-VIII secolo e poi in centro fortificato con connotati microurbani, allorché nel IX secolo l'insediamento venne enfatizzato con l'attribuzione di funzioni amministrative al gastaldo che risiedeva nel punto più alto del Monte. All'iniziativa normanna va ricondotta la costruzione del donjon, requisito insieme al resto dell'area murata alla fine del Duecento da Carlo d'Angiò che tre anni dopo attribuì il bene al figlio Filippo, principe di Taranto, trasformando la tenuta in parco-giardino di delizie. La pubblicazione degli scavi è proseguita nel 2012 con il volume Montella: l'area murata del Monte. Ricerche archeologiche nel settore nord, in cui il prof. Carlo Ebanista ha analizzato una porzione dell'insediamento più volte utilizzata a scopo funerario sin dal VI-VII secolo. A prosecuzione del lavoro di edizione, in questa sede si esamina la rasola 1, ampia terrazza situata ai piedi del ridotto fortificato nella quale gli scavi condotti tra il 1983 e il 1992 hanno portato in vista strutture risalenti al periodo dell'azienda curtense ricordata da un giudicato di Arechi II del 762. Tra queste vi è il silo interrato di un'abitazione deputato alla conservazione delle quote canonarie del signore, probabilmente granaglie e/o leguminose. Contestualmente alla costruzione di un possente circuito difensivo, reso necessario dalla trasformazione della curtis in centro del gastaldato montellese documentato nell'849, nell'area fu realizzato un grande impianto metallurgico nelle cui vicinanze sorgeva un edificio interpretabile come officina. L'utilizzo dell'area continuò anche all'indomani del terremoto del 989 che danneggiò la fortificazione e le strutture, rendendo necessario un rifacimento dell'impianto metallurgico e della vicina officina, nella quale furono realizzati due banconi d'appoggio. La frequentazione abitativa ebbe termine soltanto nel XIII-XIV secolo quando l'area venne terrazzata nell'ambito della conversione a parco per i solacia della casa regnante angioina. Dopo la costruzione del convento annesso alla chiesa di S. Maria del Monte nella seconda metà del XVI secolo, nella rasola 1 fu avviata una produzione agricola documentata da un piccolo recinto in muratura. L'analisi delle stratigrafie e dei reperti ha consentito di delineare un quadro piuttosto articolato sulle fasi di vita di questa porzione dell'area murata e sui rapporti con i vicini centri irpini, beneventani e dell'area costiera campana, testimoniati dai puntuali riscontri con i manufatti ceramici.