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Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente, Supplemento 11. Ritratti privati greci nell’Egitto tolemaico

Edizioni All'Insegna del Giglio/ Periodici

Testo Italiano e Inglese.
Borgo San Lorenzo, 2022; br., pp. 244, ill. b/n e col., cm 21x31.
(Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente. Supplemento. 11. 2022).

collana: Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente. Supplemento

ISBN: 960-9559-30-1 - EAN13: 9789609559300

Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 1.15 kg


In questo volume non si intende delineare un quadro esaustivo della ritrattistica privata nell’Egitto lagide, né tantomeno risolvere le innumerevoli questioni che l’argomento solleva, ma si vuole soltanto tentare una messa a punto preliminare del problema, nonché avanzare spunti di riflessione e prospettive di ricerca, che sono ampiamente suscettibili di futuri, auspicabili approfondimenti. I limiti cronologici dell’indagine coincidono con la durata del regno e si estendono pertanto dal 331 a.C., anno della fondazione di Alessandria, al 30 a.C., anno della conquista dell’Egitto da parte di Ottaviano. Il tema viene affrontato secondo un’ottica globale, facendo convergere nella discussione il maggior numero di dati possibili, ricavati tanto dalle fonti scritte che dalle fonti monumentali. Il testo si compone di quattro capitoli che sono fra loro strettamente complementari. Nel primo sono riportati, tradotti e discussi i passi degli autori antichi riguardanti ritratti, scolpiti e dipinti, che si trovavano in Egitto, esclusivamente, come si vedrà, ad Alessandria. Il secondo capitolo consta di un catalogo comprendente 33 iscrizioni, onorarie, votive e funerarie, incise su basi di statue, stele e lastre, di ciascuna delle quali si trascrive il testo greco, che viene corredato dalla traduzione e da un commento. La raccolta è frutto dello spoglio sistematico dei corpora epigrafici relativi all’Egitto tolemaico e segue un’organizzazione geografica, basata sulla provenienza delle epigrafi. Quando non diversamente indicato, le traduzioni dei testi letterari ed epigrafici sono di chi scrive. Nel terzo capitolo si passano in rassegna alcune statue, per lo più frammentarie, e una serie di teste, riconoscibili con buona probabilità come ritratti, che sono selezionate allo scopo di esemplificare le differenti tipologie ritrattistiche documentate nel regno lagide. In un capitolo conclusivo si cerca di tirare le somme di quanto è emerso dalle analisi parziali, mettendo a confronto le informazioni ricavate dal vaglio dei testi scritti con quanto è scaturito dall’esame dei monumenti, al fine di cogliere la portata, le caratteristiche, le linee di tendenza, i nessi con la tradizione locale e con il restante mondo ellenistico della ritrattistica privata di stile greco in Egitto. In questa fase si è deciso di circoscrivere la ricerca alle testimonianze provenienti dall’Egitto, senza prendere in considerazione la documentazione relativa ai territori soggetti al dominio lagide o rientranti nella sfera d’influenza del regno, dove generalmente prevalgono città di antica fondazione greca, che sono partecipi di una dimensione politica, sociale, religiosa e culturale radicalmente diversa da quella dell’Egitto, un paese connotato da una scarsissima presenza di poleis e caratterizzato dalla convivenza, in un fecondo rapporto ora di contrapposizione, ora di osmosi, tra le consuetudini elleniche e la millenaria tradizione faraonica.
Infine una precisazione di natura terminologica. Come è noto, è in corso un vivace dibattito sul significato dell’aggettivo “privato” e sulla legittimità del suo utilizzo in riferimento a termini come ritratto, ritrattistica, statuaria e simili. Nel nostro caso, l’uso dell’aggettivo in senso proprio si rivela fuorviante, perché, non essendo quasi mai noti i contesti di rinvenimento, non sappiamo se un ritratto fosse destinato all’esposizione in un ambito pubblico o privato. In questa sede l’aggettivo è quindi utilizzato in maniera convenzionale, nell’accezione di “non regale”, per designare una scultura che rappresenta un individuo non appartenente alla famiglia reale.

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