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Storia di una donna bella. Nuova ediz

13Lab Editore (Milano)

A cura di M. Simeone.
Milano, 2023; br., pp. 320.
(Myosotis).

collana: Myosotis

ISBN: 88-99633-44-4 - EAN13: 9788899633448

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0 kg


Elsa Giorgi Alberti, in arte Elsa de' Giorgi, nasce nel 1914 a Pesaro in una famiglia di antichissima aristocrazia bevanate, i Giorgi Alberti. Scrittrice, poetessa, attrice e antifascista. Animatrice di salotti culturali frequentati da personaggi illustri come Renato Guttuso, Carlo Emilio Gadda, Anna Magnani, Alberto Moravia, Carlo Levi, Luchino Visconti, Alberto Savinio, Massimo Bontempelli, Paola Masino e Pier Paolo Pasolini. Durante la stesura del primo romanzo I coetanei (1955) incontra un giovane trentenne Italo Calvino, che ne cura l'editing per Einaudi. Il libro vince il premio Viareggio. Da quell'episodio inizia con Calvino un'appassionata storia d'amore. La de' Giorgi condizionerà la vita intellettuale e artistica dello scrittore. Nel 1958 scrive Storia di una donna bella, un romanzo autobiografico con protagonista Elena e ambientato nella Città Eterna degli anni difficili del Fascismo. È la testimonianza delle tremende esperienze del periodo della guerra, dell'occupazione tedesca, di quando la sua casa ospitava i perseguitati, dello spirito della Resistenza di quella generazione di ragazzi che aveva sognato un'Italia più libera e coraggiosa. Ma anche di due grandi passioni: prima il cinema e poi il teatro, che definisce una cosa vera, difficile, che fa paura come la guerra. Elsa, secondo l'introduzione di Marialaura Simeone al libro, «inventa Elena perché sa che una performance artistica può dare concretezza alla realtà, lo aveva provato lei stessa negli anni della guerra, sovrapponendo la finzione scenica al Dolore e alla Morte del mondo. È un romanzo che si interroga sulla responsabilità individuale e collettiva, sulla libertà, sulla follia, sull'arte, sulla bellezza (che avrebbe dovuto salvare il mondo) e sul sentimento della pietas». Muore nel 1997 nella sua amata Roma, "la sola città, quasi per destino, dove ritrovare radice". Postfazione di Elio Pecora.

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