L'opera. Storia, teatro, regia. Vol. 4: L' Ottocento: Verdi e Wagner
Il Saggiatore
Milano, 2018; br., pp. 1704.
(La Cultura).
collana: La Cultura
ISBN: 88-428-2525-5
- EAN13: 9788842825258
Soggetto: Musica
Testo in:
Peso: 8.18 kg
L'Ottocento ha restituito al teatro musicale autori finalmente decisi a ricollocare l'uomo e la sua complessità al centro dei loro interessi artistici. I protagonisti di questo secolo - Bellini e Donizetti, Bizet e Cajkovskij - hanno indagato le pulsioni umane nei loro slanci e nelle loro sfumature, le aspirazioni e i conflitti, la sete di potere e la ricerca dell'amore, mettendo in scena un quadro sociale più realistico rispetto ai loro predecessori e, senza dubbio, molto più provocatorio. Non è un caso che gli spettacoli più originali del nostro tempo riguardino proprio questi autori, esaltino la profondità delle loro opere e ne privilegino la componente teatrale. Attirando critiche e invettive talvolta, ma spesso appassionate esaltazioni, a riprova del fatto che il teatro d'opera, per quanto se ne celebri di continuo il funerale, è ben vivo. Di questo teatro musicale, Verdi e Wagner hanno rappresentato le vette. Verdi ha plasmato i propri personaggi con una drammaturgia che assumeva su di sé un profondo significato di etica civile, avvertito immediatamente dai suoi contemporanei e con essi da noi, pubblico del Duemila. Wagner, invece, è andato oltre la realtà, cercandone i modelli in un mondo ultraterreno. Le sue contraddizioni filosofiche ed estetiche hanno però costruito una sfida ardua per quanti, dal secondo dopoguerra in avanti, hanno voluto riproporre il suo teatro: liberarsi del fardello ideologico e dare un significato universale alla sua musica, moderna e bellissima. In questo secondo volume dedicato all'Ottocento - il quarto della monumentale storia dell'opera attraverso gli spettacoli realizzata per il Saggiatore - Elvio Giudici incontra la produzione di Verdi e quella di Wagner e i loro allestimenti, dalla Traviata di Willy Decker al Falstaff di Damiano Michieletto, dal Tristan di Patrice Chéreau al Parsifal di Dmitrij Cernjakov. E ancora una volta ci travolge con la sua inesauribile competenza e la sua inesausta passione nel gran ballo dell'intelligenza e del piacere.