La Germania di Weimar. Utopia e tragedia
Traduzione di Arlorio P.
Torino, 2008; ril., pp. 446, ill., cm 16x21,5.
(Saggi. 901).
(Saggi. 901).
collana: Saggi
ISBN: 88-06-19421-6
- EAN13: 9788806194215
Soggetto: Saggi Storici
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 0.585 kg
La Repubblica di Weimar è stata a lungo dipinta solo come un momento di passaggio tra la Grande Guerra e il Terzo Reich. In realtà, fu molto di più. Il sistema di democrazia parlamentare che seppe realizzare fu sorprendente: non solo perché nacque pochi mesi dopo la fine di un conflitto mondiale da cui la Germania era uscita sconfitta e gravata dal Trattato di Versailles, ma, soprattutto, per la portata delle trasformazioni politiche, sociali e del costume che la contraddistinsero. Alle riforme di welfare si accompagnò una vivacità intellettuale e una creatività che fecero in particolare di Berlino una capitale mondiale dell'arte d'avanguardia: da "Essere e tempo" di Martin Heidegger all'"Opera da tre soldi" di Bertolt Brecht, da "Metropolis" di Fritz Lang alle realizzazioni del Bauhaus di Walter Gropius, da Erich Mendelsohn a Bruno Taut, la letteratura, l'architettura, il cinema, la fotografia e la filosofia furono illuminati da personalità le cui opere sono divenute capisaldi della cultura occidentale del Novecento. Ne emerge un quadro dei quattordici anni della repubblica, con le sue molte luci e le sue numerose zone buie. Alle conquiste della democrazia e al fervore culturale, infatti, fecero da contraltare la frammentazione politica, il gioco delle alleanze parlamentari, gli interessi di parte e l'incapacità di governare gli efftti del cambiamento. Nelle pieghe di quella società prosperarono l'idea della purezza della razza e i germi dell'intolleranza e dell'assolutismo.