Verso un'architettura sostenibile. Ripensare le nostre città prima che collassino. Toward Sustainable Architecture. Recreating our cities before they collapse
Gangemi Editore
Traduzione di Rand P.
Introduzione di Paolo Portoghesi.
Testo Italiano e Inglese.
Roma, 2007; br., pp. 79, ill. b/n, cm 17,5x24,5.
(Arti Visive, Architettura e Urbanistica).
collana: Arti Visive, Architettura e Urbanistica
ISBN: 88-492-1208-9
- EAN13: 9788849212082
Soggetto: Architettura e Arte Civile,Saggi (Arte o Architettura),Urbanistica e Viabilità
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.28 kg
"Nell'immediato dopoguerra le nostre città hanno subìto uno sviluppo selvaggio, che spesso non è stato basato su dati reali ma, come piace dire agli urbanisti, su previsioni di piano! Queste previsioni sono sempre state gonfiate nell'interesse della speculazione edilizia ed hanno portato l'immagine della città a perdere ogni forma riconoscibile che ci consenta di comprendere i suoi limiti. Questo sviluppo ha comportato il consumo di una quantità smisurata di territorio un tempo utilizzato a scopo agricolo o boschivo. Questa città, in linea con le "leggi" urbanistiche vigenti, è stata progettata per zone omogenee monofunzionali - il cosiddetto zoning - e i suoi "quartieri residenziali" hanno perduto ogni possibile senso urbano: niente più piazze, piazzette, larghi, negozi e attività socializzanti, ma solo casermoni, stradoni, parcheggi e centri commerciali. Chi vive in questi cosiddetti "quartieri" è obbligato ad usare la propria macchina per recarsi al lavoro, portare i figli a scuola, raggiungere un "parco" dove farli giocare, fare shopping o, infine, raggiungere il centro alla ricerca di tutti quei luoghi e attività che l'urbanistica modernista gli ha negato! Cosa succederà dunque quando tutto ciò non sarà più possibile a causa dell'esaurimento delle scorte di combustibili fossili? Da questa premessa ho voluto provare a fare una serie di riflessioni mirate a compiere una inversione di tendenza nel modo di concepire, sviluppare e vivere le nostre città." (Ettore Maria Mazzola)