Slow days, fast company. Il mondo, la carne, L. A
Bompiani
Traduzione di Lo Porto T.
Milano, 2017; br., pp. 208, cm 20x20.
(Letteraria Straniera).
collana: Letteraria Straniera
ISBN: 88-452-9366-1
- EAN13: 9788845293665
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.7 kg
Ha avuto come padrino Igor Stravinskij. A vent'anni è stata fotografata in modo spettacolare mentre giocava a scacchi nuda con Marcel Duchamp. Ha disegnato copertine di celebri dischi. È una straordinaria tessitrice di pettegolezzi. È una scrittrice capace di evocare luci pittoriche in due frasi, di costruire paesaggi e distruggere persone con la stessa grazia fulminante. In questo memoir narrativo Eve Babitz racconta, anzi, canta la Los Angeles degli anni Settanta: le autostrade, lo smog, le palme, i tramonti, l'alcol, la droga, gli amanti; e ancora, il cinema, l'arte, le amiche, gli attori, tutto un mondo che da questa parte dell'oceano abbiamo immaginato e sognato a nostro rischio e pericolo. E lo fa con un misto di disincanto, pudore e incontrollata passione, con una lingua diretta, scabra e scintillante come un tramonto nel deserto. "Mi è diventato chiaro che la bellezza non c'entra niente con la moda, che il sesso è arte, e cos'altro... la speranza è l'ultima a morire. Io amo la pioggia." Ma soprattutto, sopra ogni cosa, Eve Babitz ama perdutamente L.A., e la lascia amare anche a noi. (Ad ogni buon conto, quando non c'è l'amore resta sempre Virginia Woolf.)