Horror ex machina. Intelligenze artificiali, robot e androidi nel cinema dell'orrore tecnologico
Odoya
Bologna, 2024; br., pp. 272, ill., cm 15,5x21.
(Odoya Library).
collana: Odoya Library
ISBN: 88-6288-897-X
- EAN13: 9788862888974
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Prima che si facessero film con le AI (Artificial Intelligence), si facevano film sulle AI come Ex Machina, Her, Automata, The Machine, Transcendence, T.I.M., After Yang, M3gan, The Creator, I'm Mother. E, prima ancora, film su robot, cyborg, androidi, umanoidi. Nell'immaginazione collettiva guardiamo oggi all'intelligenza artificiale con un misto di meraviglia e di angoscia tecnofobica: più che a una tecnologia al perfetto contenitore delle ansie e delle speranze di questo secolo. Una storia che si ripete dai tempi di Mary Shelley e di Ada Lovelace a quelli di Isaac Asimov e Alan Turing: nel nostro doppio artificiale scorgiamo un'intelligenza aliena indisponibile al docile ruolo di schiavo robot e destinata prima o poi a rivoltarsi contro di noi. Anche il villain di Mission Impossible ora, dopotutto, è una AI. Dalla creatura di Frankenstein a Hal 9000, dai "replicanti" di Blade Runner agli androidi di Alien, da SkyNet ai simulacri di Matrix, dai mad doctor alle multinazionali cattive, il cinema dell'orrore fantascientifico ha sempre indagato l'ipotesi della nostra obsolescenza nel perturbante confronto con la macchina e i suoi fantasmi. Spettri del techno horror che ritroviamo nella videocassetta di The Ring, nel dark web di Pulse, nei mostri del cyber punk giapponese, nella Nuova Carne di Cronenberg, nei media oscuri dei found footage, nelle vecchie e nuove bambole assassine. Horror ex Machina interroga il lato weird della cibernetica in un viaggio parallelo tra i crimini del futuro del cinema e la rivoluzione tecnica dell'Intelligenza Artificiale, attraverso gli scenari avanzati da futurologi, filosofi, neuroscienziati e plutocrati di Silicon Valley.