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Cesare Pavese. Il mestiere di scrivere

Clichy

A cura di Parrini F.
Firenze, 2020; br., pp. 144, ill., cm 11,5x17,5.
(Sorbonne).

collana: Sorbonne

ISBN: 88-6799-661-4 - EAN13: 9788867996612

Soggetto: Società e Tradizioni

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.113 kg


A settant'anni dalla sua tragica morte, Cesare Pavese rimane uno dei grandissimi della nostra letteratura, ancora oggi letto, amato e studiato. Ma chi è stato davvero? Cosa gli bruciava dentro? Calvino definiva la sua opera poetica Lavorare stanca «una delle voci più isolate della poesia contemporanea». In un tempo di poesia ermetica, il verso lungo pavesiano e la poesia-racconto sono lontani dal contesto letterario e dal gusto del pubblico. In un periodo di neorealismo, la sua scrittura viene assimilata al romanzo politico e civile. Ma per Pavese conta solo il rapporto tra arte e vita. Scrittore pieno di conflitti e contraddizioni, Pavese possiede soprattutto una sensibilità profonda di natura decadente. Il suo vero tema è l'incapacità di affrontare l'esistenza: vivere è un «mestiere» da apprendere con dolore e sgomento. E quasi sempre invano. L'arte allora diventa un sostituto dell' esistenza che non si riesce a vivere e l'unico equilibrio possibile, anche se precario, scaturisce dalla scrittura. Per questo piegare la propria natura lirico-elegiaca a esigenze ideologiche sarà per Pavese sempre un tentativo irrisolto.

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