Filum cogitandi. Leibniz e la conoscenza simbolica
Mimesis Edizioni
Sesto San Giovanni, 2007; br., pp. 170, cm 14x21.
(La Scala e l'Album).
collana: La Scala e l'Album
ISBN: 88-8483-435-X
- EAN13: 9788884834355
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
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Peso: 0.32 kg
Con i suoi studi sulle lingue storico-naturali e sui linguaggi artificiali, Leibniz è tra i filosofi che più hanno segnato la storia del pensiero linguistico. Ma come si articolano questi molteplici interessi nel sistema della filosofia leibniziana? Il volume propone una chiave di lettura unitaria: rileggere i testi di Leibniz sui segni e sul linguaggio a partire dalla sua teoria della conoscenza, e precisamente dalla nozione di pensiero cieco o simbolico. Presenti nell'opera del filosofo fin dai primi scritti, le riflessioni sulla cogitatio caeca, che usa parole e segni al posto di idee, rappresentano per molti aspetti una svolta rispetto al modo in cui tradizionalmente era concepito il rapporto tra pensiero e linguaggio. Si tenta qui di ricostruire i lineamenti di questa teoria, mettendone in luce la presenza, più o meno nascosta, in ambiti speculativi apparentemente molto distanti: dalle prove dell'esistenza di Dio agli interrogativi morali, dalla costituzione degli oggetti materiali al problema della certezza e della fondazione del sapere. Matteo Favaretti Camjosampiero (Venezia 1974) ha studiato filosofia all'Università di Venezia, dove sta ora terminando il dottorato di ricerca. È autore di interventi su Locke, Leibniz e Wolff. I suoi interessi sono rivolti alla riflessione filosofica sul linguaggio tra Seicento e Settecento.