«Res perit domino» e diritto europeo. La frantumazione del dogma
Giappichelli Editori
Torino, 2015; br., pp. XVII-444.
(Collana del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa. 5).
collana: Collana del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa
ISBN: 88-348-4872-1
- EAN13: 9788834848722
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 2.13 kg
L'icastico latinetto "res perit domino", approdato ufficialmente nei "Travaux préparatoires" della grande codificazione napoleonica, e poi trasfuso nel testo definitivo della medesima al secondo comma dell'art. 1138, compare tutt'oggi, con persistente fortuna, nella letteratura privatistica europea onde richiamare, in un sol colpo, un problema antico ed una radicata soluzione. Il problema è quello relativo a quale soggetto debba sopportare il rischio del perimento della cosa alienata (o di altro evento ad esso equiparabile) allorquando la stessa non sia ancora stata consegnata all'acquirente; la soluzione evocata, invece, indica che tale rischio deve gravare su chi, pur non avendo ancora ricevuto la cosa, ne sia divenuto proprietario in virtù del contratto stipulato, o, comunque, vi abbia acquistato il diritto reale di godimento costituito in suo favore. Detta soluzione appartiene anzitutto al diritto francese e italiano, mercé la condivisione del principio consensualistico quale basilare meccanismo negoziale di trasferimento dei diritti. Poiché, infatti, il consenso traslativo fa sì che la situazione alienata si trasmetta già in virtù della volontà espressa dalle parti nel contratto, è apparso coerente che chi da quel momento risulti titolare del diritto e legittimato a trarre dalla cosa tutte le utilità che ne derivano sia del pari caricato anche di tutti i rischi che possano minacciarla.