Il prezzo della salvezza: fascismo e «questione ebraica» in Dalmazia (1941-1943)
La Giuntina
Firenze, 2099; br., pp. 200.
(Fuori Collana).
collana: Fuori Collana
EAN13: 9791255690696
Soggetto: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,Saggi Storici
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Nel volume viene ricostruito il sistema della "protezione" offerta dalle autorità italiane agli ebrei residenti e profughi nel Governatorato della Dalmazia, spostando quindi l'attenzione dalla ricerca sulle motivazioni - umanità, prestigio e pacificazione - alla ricostruzione del processo politico che condizionò i provvedimenti degli apparati fascisti. La protezione offerta dalle autorità italiane agli ebrei residenti nei territori occupati è al centro dell'interesse storiografico, come testimoniano due recenti lavori di sintesi. L'argomento è stato indagato anche per quel che concerne l'utilizzo politico del tema nell'immediato dopoguerra. Le mancate consegne degli ebrei ai tedeschi sono state infatti sfruttate per accreditare un'immagine positiva dell'Italia sulla scena internazionale. Si pensi all'importante documentazione redatta dal ministero degli Affari Esteri a partire dal 1946, che attribuisce all'intero corpo diplomatico italiano un intento salvifico. La produzione di liste con «Elenchi [dei] diplomatici e miliari che hanno aiutato gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale» ha lasciato tracce anche all'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito. Quell'immagine generica e generosa - che è in realtà più complessa e sfumata - è riconducibile al perdurante mito del bravo italiano, che ancor oggi compare tra le righe di opere di studiosi attivi nel settore degli Holocaust studies, complice l'utilizzo, tra le fonti secondarie, di una memorialistica che ha lungamente dipinto gli italiani come estranei alle logiche di partecipazione - anche "solo" indiretta - allo sterminio ebraico. Insistente nonché preoccupante è la citazione di alcune attitudini non meglio definite che formerebbero una sorta di "carattere nazionale", così tipizzato: «sympathetic Italian attitude».