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Cesare Cremonini e il Tractatus de Paedia

Edizioni Milella

Lecce, 1997; br., pp. 200.
(Dip. di Filos. dell'Università di Lecce. 8).

collana: Dip. di Filos. dell'Università di Lecce

ISBN: 88-7048-279-0 - EAN13: 9788870482799

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.46 kg


Giulio Cesare Cremonini (1550-1631), ultimo rappresentante di rilievo del moribondo aristotelismo padovano, dalla storiografia meglio conosciuto come colui che non volle «mirar per gli occhiali», con i quali Galilei nel 1610 aveva annunciato la scoperta che il mondo sopralunare è fisicamente identico a quello sublunare, ha in sé le contraddizioni del suo stesso secolo: ha molte cose del vecchio mondo, che sta per tramontare, ma anche qualcosa del moderno che bussa alle porte. Questo qualcosa di moderno è indubbiamente il suo concetto di Pedia, costruito però con i mattoni del vecchio mondo, soprattutto di quello aristotelico. E da Aristotele infatti che il Cremonini deriva, forzando ed elaborando i pochi passi in cui vi si fa cenno, un particolare concetto di Pedia, che non coincide per niente con quello umanistico-rinascimentale, allora messo in circolazione particolarmente dal Budé. «La Pedia, così il Cremonini la definisce, è la facoltà di giudicare rettamente circa il metodo di insegnamento e di apprendimento, deriva dalla logica e si avvale opportunamente del-l'esperienza».
A questa definizione della Pedia, formulata secondo i canoni degli Analitici aristotelici, il Cremonini ne aggiunge succintamente un'altra: «La pedia è giudice dei contrari - Paedia est iudex inter contrario. Chi possiede la pedia, l'uomo colto il ????????????? aristotelico o l'intellettuale per usare un linguaggio moderno, è un giudice che si innalza al di sopra delle parti in causa e formula ed esprime il suo giudizio secondo verità, senza guardare né alle circostanze né alle persone e senza lasciarsi muovere o determinare da finalità estrinseche alla verità stessa. Un discorso che sembra ancora attuale.

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