L'opera orologio. Saggi sul Gattopardo
Pacini Editore
Ospedaletto, 2017; br., pp. 80, ill., cm 18x24,5.
(Ricerca).
collana: Ricerca
ISBN: 88-6995-148-0
- EAN13: 9788869951480
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.21 kg
Giuseppe Tornasi di Lampedusa sosteneva che è possibile smontare un'opera letteraria esattamente come si fa con un orologio: osservare da vicino congegni e automatismi, permette di carpire i segreti del suo funzionamento. Tuttavia, puntualizzava anche che «in certe opere», nei testi dei grandi maestri, «si ha un bel smontare i meccanismi dell'orologio del genio, rimane sempre un "quid" irrazionale». Il principe annota queste osservazioni nelle sue lezioni sulla letteratura francese, nei primi mesi del 1955, appena poco tempo dopo aver iniziato la stesura del Gattopardo. Anche se forse ancora non ne è pienamente consapevole, - di lì a poco interromperà il romanzo; non è ancora certo di riuscire a completarlo -, ha condensato in questo paragone tutta la sapienza antica e istintiva dello scrittore di razza, del poiesis, ovvero di colui cioè che è, nello stesso tempo, «creatore di mondi e di uomini». Lampedusa era ormai pronto a consegnare, ai suoi futuri lettori, tutta la misteriosa conoscenza dell'animo umano che aveva maturato nel corso di un'intera esistenza. Il saggio prova a interrogare i testi di questo grande autore, soprattutto le Lezioni e gli epistolari, nel tentativo di riportare in superficie le segrete rispondenze che li legano al Gattopardo. L'intensa riflessione critica che Lampedusa affida alle sue dotte conversazioni letterarie gli tornerà infatti utile quando finalmente si deciderà a scrivere il romanzo. Già nelle lettere giovanili, invece, non solo è presente il prodigioso senso del racconto che animerà il suo capolavoro, ma iniziano anche a delinearsi alcuni dei temi, come quello del solidarismo, che saranno centrali nell'architettura compositiva gattopardiana. La ricognizione sul vasto universo lampedusiano diviene, tuttavia, anche un pretesto per soffermarsi sull'ineffabile mistero del processo creativo; sul rapporto tra critico e testo; sul valore della pietas e della compassione, sentimenti su cui tanto insiste Tornasi e più che mai necessari nel nostro inquieto presente.