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Su Mangiarotti

Abitare Segesta

Milano, Triennale di Milano, 25 gennaio - 17 aprile 2002.
A cura di Finessi B.
Milano, 2002; br., pp. 240, ill. b/n e col., cm 17x24.
(Su).

collana: Su

ISBN: 88-86116-45-4 - EAN13: 9788886116459

Soggetto: Architetti e Studi,Design,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.78 kg


Se eravate convinti di conoscere Angelo Mangiarotti e i suoi lavori fino in fondo, dopo aver sfogliato le pagine di questa monografia vi dovrete ricredere...
Se al contario non lo conoscevate, o sapevate poco di lui, questa è un'ottima occasione per farne un primo ed approfondito incontro...

La monografia "Su Mangiarotti", nata in occasione della grande mostra alla Triennale, si presenta al lettore nella piacevole veste grafica di Italo Lupi (egli stesso creativo e designer), mentre i materiali (50 opere di eccezionale importanza e bellezza, per la maggior parte inedite) sono stati accuratamenti scelti da Beppe Finessi (che ne ha curato l'edizione) con la partecipazione diretta dello stesso Mangiarotti.

L'arzillo architetto-designer, che proprio quest'anno ha compiuto ottant'anni...così come ha personalmente detto l'ultima parola sull'allestimento della sua mostra, ha voluto partecipare alla stesura del volume con le sue curiosità, i suoi aneddoti, i suoi aforismi, che si leggono seminati qua è là, tra le fotografie d'archivio, i plastici e i modelli di studio, gli schizzi originali e i disegni esecutivi.



Scoprirete allora che la sua esterma sensibilità e il suo rispetto per i materiali e per il lavoro degli altri (quello dell'operaio, dell'artigiano, del maestro di bottega) gli derivano dalla famiglia, e in particolare dalla professione del padre, titolare di un rinomato panificio.
L'attenzione alla produzione dell'opera (il pane o il pasticcino), gli infiniti ragionamenti sugli ingredienti ("l'acqua presa a Como perchè era buona, l'olio fatto arrivare apposta dalla Liguria...") si riflettono in Mangiarotti nel suo profondo amore e nella sua ampia conoscenza delle tecniche di lavorazione e di produzione.




I suoi disegni raccontano infatti forme che altro non sono che soluzioni tecniche: c'è da una parte il piacere di assecondare i desideri del committente (la privacy ad esempio, dei terrazzi degli appartamenti di Via Gavirate a Milano); c'è dall'altra il gusto di sperimentare, verificare e rimettere in discussione idee e e materiali (come nella ricerca degli oggetti in cristallo: ad esempio l'ampolla Olpe, che impedisce alla goccia di ungere l'impugnatura); e c'è ancora "un'impressionante capacità narrativa": quella della scultura, delle figure di Galleria dove lo spettatore è invitato a guardare liberamente i pieni o i vuoti disegnati da Mangiarotti nei blocchi di marmo.




Un'altra curiosità: "Un giorno ero da Venini e stavano montando un grande lampadario prismatico di Carlo Scarpa che aveva bisogno di un'ingombrante struttura metallica per sostenere la parte in vetro. Così ho pensato di ottenere un risultato simile senza bisogno di una struttura metallica..."
Nasce Lampada a sospensione V+V: qui è di nuovo la "ragion pratica" ad ispirare la progettazione.



Tre saggi critici, giocati su calde pagine color giallo e arancione, raccontano il poliedrico Mangiarotti nelle arti di cui fu ed è ancora oggi maestro:

Sull'architettura, di Guido Nardi
Sul design di François Burkhardt
Sulla scultura di Luciano Caramel

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci