L'immagine negata. Il concilio di Hieria e la formalizzazione dell'iconoclasmo
Jaca Book
Presentazione di Mario Gallina.
Milano, 2013; br., pp. XXII-234, ill., cm 17,5x24,5.
(Di Fronte e Attraverso. Storia dell'Arte. 58).
collana: Di Fronte e Attraverso. Storia dell'Arte.
ISBN: 88-16-41198-8
- EAN13: 9788816411982
Soggetto: Architettura e Arte Religiosa,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)
Extra: Religione e Arte Religiosa
Testo in:
Peso: 0.415 kg
Il tema dell'immagine ha sempre accompagnato la storia del cristianesimo: un iniziale aniconismo, influenzato dal divieto veterotestamentario di farsi immagini di Dio, si sarebbe aperto, con il passare dei secoli e non senza resistenze, a una piena accettazione dell'arte sacra figurativa, a cui la tradizione dell'Oriente bizantino riconobbe una natura teologica di primaria importanza in ordine alla rivelazione del mistero cristiano. In questa ricostruzione l'iconoclasmo e la negazione delle immagini sono stati letti come una crisi, un'interruzione dolorosa in un mondo ormai votato al culto dei tratti di Cristo e dei santi fissati nelle icone. Il cristianesimo delle origini tuttavia, pur tra ostacoli e discussioni, ha realmente accolto e promosso la possibilità delle raffigurazioni religiose? Le lotte iconoclaste furono davvero un momento di crisi o piuttosto l'apice di un cristianesimo spirituale come fu quello dei primi otto secoli? Gli imperatori iconoclasti imposero la propria linea teologica a un clero favorevole alle immagini sacre, o piuttosto furono i difensori convinti di un aniconismo che nel contesto del cristianesimo bizantino rappresentava una tendenza diffusa? Da quando la Chiesa d'Oriente ha iniziato a credere che le icone fossero "irruzione dell'eternità nel tempo"?