Perdere il filo. Esperienze collettive di traduzione transfemminista
Meltemi Editore
Roma, 2024; br., pp. 160, cm 14x21.
(Culture Radicali).
collana: Culture Radicali
EAN13: 9791256150649
Testo in:
Peso: 0.2 kg
Chi perde il filo del discorso, stringendo il microfono in un'assemblea pubblica o il megafono durante un corteo, non teme il silenzio perché sa che quel silenzio è carico di significato: consente di coltivare la propria libertà, di rivendicare il proprio smarrimento. Chi perde il filo del discorso, a volte, smarrisce le parole; altre volte, si rende conto che le parole che va cercando semplicemente non esistono e, pertanto, non possono descrivere l'immagine che si ha in mente; altre volte ancora, quelle parole sono state invece rimosse o infangate. Quando perdiamo il filo del discorso e ci troviamo di fronte all'angoscia di una mancanza, di una perdita, di un'omissione, non possiamo non pensare al perché, laddove lo spazio dovrebbe essere pieno, ci sia al contrario uno spazio vuoto. Perdere il filo del discorso genera domande, ci pone di fronte alla necessità di comprendere su che base effettuiamo le nostre scelte linguistiche quotidiane, al bisogno di capire perché selezioniamo alcune parole mentre ne scartiamo altre. Perdere il filo ci consente di esplorare un silenzio denso, generativo, di portare a galla questioni che riguardano il modo in cui parliamo, scriviamo, traduciamo.