Peccato fosse puttana
ES Editrice
A cura di Fusini N.
Testo Italiano e Inglese.
Milano, 2007; br., pp. 213, cm 13,5x22,5.
(Biblioteca dell'Eros. 152).
collana: Biblioteca dell'Eros
ISBN: 88-95249-08-9
- EAN13: 9788895249087
Soggetto: Teatro
Testo in:
Peso: 0.293 kg
Non v'è pietà "cristiana", né pietà catartica connessa a questa azione tragica. I due fratelli incestuosi suscitano terrore, ma non pietà. Esattamente il rovescio di quanto accade in "Romeo e Giulietta". Pure, di Shakespeare Ford è attento lettore, e lo cita spesso. La stessa "'Tis Pity" è tragedia-citazione. V'è un seme, ed è Shakespeare, e più precisamente "Romeo e Giulietta". Ma quel seme è stato così pervertito che l'amore tra i due amanti si presenta come incesto; e la morte non è dono d'amore reciproco, ma crimine. E l'eroe non un appassionato amante infelice, ma lo scellerato. L'eroe scellerato non può che avere un'esistenza sacrilega, e pervertire così la catena dell'essere nel circolo vizioso, quel "runs circular" di cui parla Soranzo, nel quale "sorrow" e "revenge" si mordono la coda. Dolore e vendetta sono le parole che delimitano lo spazio colpevole in cui questa creatura violenta si stringe: quella solidarietà incestuosa che Giovanni e Annabella realizzano nell'abbraccio mortale con cui "hug their confusion", e "glut themselves in their own destruction". (Dallo scrìtto di Nadia Fusini)